Masaccio

rinascimento

l’artista

Masaccio

Porta nei suoi dipinti la fisicità di Giotto, la prospettiva di Brunelleschi e l’umanità di Donatello

Come Brunelleschi con l’architettura e Donatello con la scultura, Masaccio (1401-1428) segna una svolta per la pittura occidentale verso un linguaggio moderno: all’arte preziosa e fiabesca del Gotico internazionale (vedi p. 202), Masaccio contrappone uno stile rivoluzionario, sobrio, sintetico e rigoroso, che inaugura la pittura rinascimentale.

L’artista si chiama Tommaso ma viene soprannominato Masaccio (in toscano Maso è diminutivo di Tommaso), perché è scontroso e trascurato. Giunto a Firenze da un borgo della campagna toscana, muore a 27 anni a Roma.

Un dipinto che sembra un “buco” nel muro

Nel 1425 Masaccio affresca la Trinità (10) nella basilica fiorentina di Santa Maria Novella. Il dipinto si presenta come un finto altare sormontato da una nicchia architettonica, con una volta a botte rivestita da riquadri a lacunari. La prospettiva dell’architettura dipinta è talmente rigorosa da dare l’illusione di un muro “bucato”, come scriverà Giorgio Vasari nelle sue Vite de’ più eccellenti pittori, scultori e architettori (1568).

I personaggi sono maestosi e solenni, perfettamente inseriti nello spazio generato dalla prospettiva. Sotto l’altare è raffigurato uno scheletro disteso su un sarcofago: un avvertimento sulla brevità della vita terrena. Sul ripiano sono inginocchiati i due committenti; all’ingresso della nicchia si trovano la Madonna e san Giovanni evangelista, che pregano per i fedeli. Dentro la nicchia, al centro, Masaccio ha dipinto le persone della Trinità: Cristo in croce, la colomba dello Spirito Santo al di sopra, il Padre eterno dietro.

  ricorda
Masaccio
  • Introduce nei suoi dipinti la                                                           
  • Dà volume e concretezza alle sue figure

Le vie dell'arte - volume B
Le vie dell'arte - volume B
Dalla preistoria a oggi