Per riprendere il filo…
Fra XVI e XVII secolo l’Europa aveva assistito al consolidarsi di grandi apparati statali in Francia, Spagna, Inghilterra, Russia, Svezia, Olanda e Impero asburgico, capaci di dotarsi di eserciti, burocrazie e corpi diplomatici e sviluppando, al contempo, politiche economiche e belliche centralizzate. Erano state queste forze a contendersi la colonizzazione e il primato commerciale all’interno dello stesso contesto europeo (come nel caso dell’Inghilterra che cercava di assorbire l’Irlanda) o verso altri continenti, acquisendo ricchezze e materie prime, costruendo il loro dominio su strutture coloniali ma anche su nuove società finanziarie e compagnie commerciali. L’universo produttivo – grazie anche alla disponibilità di ingenti risorse finanziarie – fu interessato da importanti trasformazioni, che toccarono l’agricoltura e l’artigianato, fino a stimolare la nascita delle prime fabbriche. Altrettanto importanti furono le evoluzioni negli stili di vita, nei consumi, nella cultura: la diffusione delle idee illuministiche poneva infatti nuovi problemi ai governanti, spinti a confrontarsi con uno spazio pubblico vivace nel quale si dibatteva su grandi questioni di interesse collettivo.