le parole della storiografia
Sonderweg
A lungo si è cercato nelle vicende ottocentesche le ragioni profonde dell’affermazione del nazismo nella Germania del Novecento. È nata così l’idea di una “via peculiare” (Sonderweg) della storia tedesca rispetto agli altri paesi europei, tale da preparare il terreno alla nazificazione.
Sin dall’epoca preunitaria – è stato detto – la Prussia e altri Stati della Confederazione germanica sarebbero stati caratterizzati tanto da un nazionalismo reso aggressivo dalla loro centrale quanto vulnerabile posizione geografica, quanto da governi illiberali e dirigisti in ambito economico, espressione di un’aristocrazia terriera reazionaria e militarista. Frutto soprattutto del senso di colpa diffuso nell’intellettualità tedesca per le responsabilità della Germania nelle atrocità del Novecento, questa lettura è però superata. È emerso infatti che antislavismo e antisemitismo erano diffusi in tutt’Europa, e che le loro forme più aggressive si registravano altrove (Impero asburgico, Francia). In più, si è dimostrato come un massiccio intervento dello Stato nei processi di modernizzazione non implichi assetti istituzionali illiberali e sono state evidenziate le somiglianze con quanto accadeva nel Regno Unito, dove la nobiltà terriera seguitava ad avere un ruolo politico-economico centrale in quel capitalismo liberale da cui si diceva la Germania avesse deviato.