capitolo 7

La nuova Europa “restaurata”

le parole della storiografia

Restaurazione

Il termine “Restaurazione” è stato usato per la prima volta dal giurista svizzero Karl Ludwig von Haller, nel trattato La restaurazione della scienza politica (1816), per descrivere la situazione istituzionale della Francia dopo l’abdicazione di Napoleone (1814) e il reinsediamento sul trono di un re Borbone, che, appunto, “restaurava” la linea di discendenza interrotta dalla parentesi rivoluzionaria. Ben presto, però, fu battezzata in questo modo l’intera epoca compresa fra il 1815 e l’inizio degli anni Trenta, con l’intento di sottolineare quello che si riteneva il suo carattere principale: il ripristino dell’ordine politico-sociale prerivoluzionario. 

Tuttavia, i profondi lasciti del ventennio precedente e il carattere compromissorio delle politiche dei governi restaurati hanno convinto la maggior parte degli studiosi dell’impossibilità di leggere la Restaurazione come un puro e semplice tentativo di ritorno al passato. Così, oggi il termine – ancora largamente usato in storiografia – non indica più una fase storica segnata esclusivamente dal tentativo di stabilizzare l’equilibrio conservatore dell’assetto europeo tramite scelte geopolitiche, strategie diplomatiche e azioni repressive, bensì un periodo caratterizzato anche dall’adattamento delle eredità rivoluzionarie in campo istituzionale, giuridico e socioeconomico alle esigenze dei regimi assolutisti.

Storie. Il passato nel presente - volume 2
Storie. Il passato nel presente - volume 2
Dal 1715 al 1900