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Il Medieval folk e il valore della tradizione

Let me bring you all things refined: galliards and lute songs served in chilling ale. Greetings well met fellow, hail! … Songs from the wood make you feel much better.


Questi versi sono tratti dall’album Songs from the wood (1977) dei Jethro Tull, gruppo folk-rock inglese animato da Ian Anderson, e costituiscono un buon inizio per illustrare la presenza di alcune reminiscenze e temi di ispirazione medievale in un’ampia tradizione musicale dell’Occidente contemporaneo, dal progressive rock allo heavy metal sino al folk metal.

Il riferimento alla birra, archetipica bevanda inglese (chilling ale, spillata dalla botte, from the wood), alle danze (galliards) e al liuto (lute songs) costruisce un’immagine di convivialità dal sapore antico, mentre flauti, tamburelli, mandolini e liuti si accordano con chitarre e bassi elettrici. L’effetto complessivo evoca un’Inghilterra rurale ricca, allegra, dall’odore di cuoio, legno e birra. Atmosfere medievaleggianti (e un po’ barocche) sono ben percepibili anche nella notissima Stairway to heaven (1971) dei Led Zeppelin, il cui testo è ricco di citazioni tratte dal Signore degli anelli di Tolkien, tra l’altro eminente linguista e filologo.

Con un obiettivo più scopertamente politico, nel 1973 i Genesis pubblicarono l’album Selling England by the Pound, citando ripetutamente il Medioevo (Dancing with the Moonlit Knight, The Battle of Epping Forest, After the Ordeal) come termine di paragone e universo immaginario in cui calare il contemporaneo disastro della svendita morale e materiale del Paese a criminali interessi economici e finanziari.

A partire dagli anni Sessanta gruppi e cantautori in tutta Europa – Gentle Giant, Tri Yann, Chieftains, Ougenweide, Angelo Branduardi, Alan Stivell, In Extremo, per fare alcuni esempi – hanno esplorato e continuano a esplorare le possibilità offerte dall’enorme immaginario medievale, dal recupero filologico a sperimentazioni di fusione con i generi rock e pop, proponendo un’idea di Medioevo profondamente reinterpretata alla luce del ciclo arturiano (si pensi a Joan Baez che canta Sweet sir Galahad all’epico concerto rock di Woodstock nel 1969) e della narrativa fantasy. Il comun denominatore di tante diverse esperienze può essere la contestazione della società industriale e del potere capitalistico, che hanno trasformato e distrutto inesorabilmente un mondo rurale percepito come società organica, più vicina alla natura e custode di una tradizione moralmente superiore a quella moderna.

Storie. Il passato nel presente - volume 1
Storie. Il passato nel presente - volume 1
Dal 1000 al 1715