1.7 Il lavoro artigiano

1.7 Il lavoro artigiano

L’espansione dell’artigianato

In linea generale, l’aumento demografico e la ripresa dei commerci, concentrati nei villaggi più grandi e nelle città, ebbero come conseguenza un incremento delle attività artigianali e una loro progressiva concentrazione urbana. Le fonti materiali, in realtà, testimoniano ampiamente l’esistenza di attività artigianali anche in contesti diversi da quelli cittadini – centri monastici, castelli e insediamenti rurali – e in stretta connessione con le attività agricole; tuttavia, la localizzazione delle attività produttive nelle città permetteva, grazie alla contiguità fisica delle botteghe, la trasmissione delle competenze tecnologiche e l’ottimizzazione dei cicli di lavoro, consentendo al prodotto finito di raggiungere rapidamente i mercati.

Tanti mestieri per una società complessa

Nel quadro delle attività artigianali, la produzione tessile rivestiva un’importanza primaria. La complessità del ciclo di produzione dei panni di lana prevedeva infatti una grande quantità di operazioni svolte da operaie e operai più o meno specializzati a seconda dell’incarico, coadiuvati da macchine tecnologicamente sempre più avanzate come il telaio (per la tessitura), l’arcolaio e il filatoio (per la filatura) [ 11]. Collegato a questo era il settore dedicato alla lavorazione delle pelli e delle pellicce (cuoiai, conciatori, pellicciai), nonché altre attività relative all’abbigliamento, come quelle di calzolai e sarti.

grandi cantieri ecclesiastici, monastici e civili necessitavano inoltre di notevoli quantità di manodopera, che a seconda delle specializzazioni prese a organizzarsi in mestieri: marmorari, muratori, carpentieri [ 12], senza contare coloro che si occupavano di produrre laterizi, di approvvigionare i cantieri di pietre e legname (spesso reimpiegando materiale proveniente dai complessi edilizi dell’antichità).

Diffusissimi erano i mestieri legati alla produzione e alla lavorazione dei metalli – oro, ferro, piombo, bronzo – destinati al consumo sia quotidiano sia di lusso, che davano origine a varie specializzazioni (produzione di armi, attrezzi agricoli, chiavi e così via) [ 13]. A questo settore erano collegati i carbonai che procuravano il legname per le fornaci, indispensabili tanto ai fabbri quanto ai lavoratori della ceramica e del vetro.

Le esigenze della vita quotidiana richiedevano l’abilità di cordai, di fabbricanti di barili, candele e ceri, di lavoratori del sughero e del legno, mentre il commercio al minuto era dominato da pescivendoli, macellai, mugnai, fornai, droghieri e speziali/farmacisti. Vi erano infine i mestieri legati alla cura del corpo, svolti da barbieri, medici, chirurghi; all’ospitalità, praticati da albergatori e tavernieri; al trasporto, settore in cui lavoravano asinai, carrettieri, mulattieri, vetturini. Questi mestieri sono menzionati poco e male dalle fonti, ma ne possiamo dedurre una sempre più ampia diffusione.

 >> pagina 59 

Le “arti”

Tra l’XI e il XII secolo gli artigiani, così come alcune categorie di mercanti, si associarono in “arti” (dette anche “mestieri”, “gilde” e, a partire dall’età moderna, “corporazioni”), cioè organizzazioni strutturate su base professionale. Nate come gruppi cerimoniali che prendevano parte ai rituali pubblici cittadini, esse riunivano tutti gli operatori di un certo settore. Tuttavia, solo i padroni della bottega artigiana – i maestri, detentori dei capitali o della capacità tecnica necessaria a svolgere un mestiere – ne facevano parte con pieni diritti, mentre ne rimanevano del tutto esclusi gli apprendisti e i lavoratori salariati.

Nel corso del tempo, da associazioni giurate e volontarie le arti divennero strumenti volti alla difesa della propria attività e degli interessi dei propri associati: organizzavano l’approvvigionamento di materie prime, controllavano la qualità dei prodotti, svolgevano attività assistenziali per le famiglie dei membri in difficoltà, limitavano la concorrenza e fissavano prezzi, salari e condizioni di lavoro omogenee per i dipendenti.

Come si vedrà, le arti, tra le quali primeggiavano quelle operanti nei settori tessile, edilizio e metallurgico, raggiunsero il massimo sviluppo nel corso del XIII secolo, iniziando a rivendicare, sulla base del ruolo economico giocato nelle città, un ruolo politico di primo piano.

Storie. Il passato nel presente - volume 1
Storie. Il passato nel presente - volume 1
Dal 1000 al 1715