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Il Dies Irae di Dreyer

Risale al 1943 il film Dies Irae diretto dal regista danese Karl Theodor Dreyer (1889-1968). Fu girato proprio in Danimarca durante l’occupazione nazista: gli studiosi hanno sottolineato come la pellicola, pur essendo proiettata indietro nei secoli, sia legata al presente dell’Europa attraversata dalla guerra e intenda denunciare l’intolleranza e la degenerazione dei comportamenti umani in una società dominata da un potere disumano.

Dies Irae narra le vicende del pastore Absalon Perderssön, sposato con la giovane Anne, segnata fin da bambina da diversi drammi legati all’accusa di stregoneria che aveva colpito la madre. Le riprese in ambienti esterni sono decisamente poche: Dreyer preferisce infatti concentrarsi sui volti dei protagonisti, imprigionati in un universo estremamente angusto, dominato da regole religiose rigide, nonché da rapporti sociali fondati sul vincolo, la gerarchia e la repressione di qualsiasi forma di libertà.

A essere sole sono soprattutto le donne che trovano nelle mura domestiche l’unica fragile protezione contro una comunità che le guarda con sospetto, quasi fossero depositarie di una forza intrinsecamente demoniaca pronta a venir fuori con tutta la sua forza distruttiva. A fungere da scudo nei confronti dell’aggressione esterna può essere talvolta la condizione di madre, moglie, sorella, figlia di un uomo, ma a volte – per morte o altra causa – la protezione maschile viene a mancare: nella nuova condizione di isolamento la donna diventa un bersaglio facile ed è spesso costretta (come accade proprio alla protagonista del film) ad autoaccusarsi, non trovando più altri appigli.

Storie. Il passato nel presente - volume 1
Storie. Il passato nel presente - volume 1
Dal 1000 al 1715