Sulla giustificazione, sessione VI, 13 gennaio 1547
Se qualcuno dirà che l’empio viene giustificato attraverso la sola fede, volendo dire con ciò che per conseguire la grazia della giustificazione non c’è bisogno di nient’altro e non c’è nessun bisogno che [il peccatore] si prepari e si disponga con la propria volontà, sia anatema1.
Sui sacramenti, sessione VII, 3 marzo 1547
Se qualcuno dirà che i sacramenti della nuova legge non sono stati tutti istituiti da Gesù Cristo nostro signore, oppure che sono più o meno di sette, cioè: battesimo, cresima, eucaristia, penitenza, estrema unzione, ordine e matrimonio, oppure che qualcuno di questi sette non sia un sacramento in senso stretto, sia anatema.
Sulle immagini, sessione XXV, 3 e 4 dicembre 1563
Bisogna tenere soprattutto nelle Chiese le immagini di Cristo, della Vergine madre di Dio e degli altri santi e tributare loro il dovuto onore e la dovuta venerazione, non perché si creda che in esse vi sia una qualche virtù divina o una qualità a causa della quale debbano essere oggetto di culto, […] ma perché l’onore che ad esse viene tributato si riferisce agli esseri che esse rappresentano: attraverso le immagini che baciamo e di fronte alle quali ci inchiniamo e ci scopriamo il capo2, noi adoriamo Cristo e veneriamo i santi […].
Bisogna che i vescovi insegnino diligentemente che attraverso le storie dei misteri della nostra redenzione, espresse attraverso le immagini o altre similitudini, il popolo viene reso edotto e viene rafforzato nel ricordo della meditazione degli articoli di fede3. È in questo modo che si raccoglie un grande frutto da tutte le immagini sacre, […] perché si propongono agli occhi dei fedeli gli esempi e i miracoli che Dio opera attraverso i santi, affinché [i fedeli] ringrazino Dio per queste cose e regolino la propria vita e i propri costumi ad imitazione dei santi […].
Conciliorum Oecomenicorum Decreta, Istituto per le scienze religiose, Bologna 1973, cit. in G. Dall’Olio, Storia moderna. I temi e le fonti, Carocci, Roma 2004