FONTI - Colombo descrive il Nuovo Mondo

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Colombo descrive il Nuovo Mondo

Dopo aver letto resoconti di missionari, letteratura di viaggio e d’invenzione, Colombo aveva delle aspettative precise, costruite attraverso le letture e le storie ascoltate sulle Indie. Si trovò invece a registrare con sorpresa la presenza di indigeni impauriti, attratti da oggetti di scarso valore, facili da catechizzare. La lettera che segue, diretta al tesoriere dei sovrani spagnoli, Luis de Santángel, non contribuisce quindi alla conoscenza di un universo ignoto: il punto di vista rimane quello di un “conquistatore”, poco disposto a mettere in discussione le certezze acquisite in precedenza.

Gli abitanti di quest’isola1 e di tutte le altre che ho scoperto o di cui ho avuto notizia vanno tutti nudi, uomini e donne, così come le loro madri li mettono al mondo, anche se alcune donne si coprono una sola parte del corpo con una foglia o una pezzuola di cotone che preparano a tale scopo. Non hanno ferro, né acciaio, né armi e non vi sono tagliati, non già perché non siano gente robusta o di bella statura, ma per il fatto che sono incredibilmente paurosi. […]

Qualunque sia la cosa in loro mano, che venga ad essi richiesta, non dicono mai di no; anzi, invogliano le persone a chiederla e si mostrano tanto amorevoli, che darebbero il cuore stesso e si tratti di cosa di valore, oppure di poco prezzo, la cedono in cambio di un oggettino qualsiasi e se ne tengono paghi. […]. Prendevano perfino i pezzi degli archi rotti e dei barili e davano quello che avevano senza discernimento come bestie.

[…] Essi non professano credenza né idolatria di sorta; tutti però stimano che la potenza e il bene stiano nel cielo, e credevano fermamente che io, con queste navi e questa gente, fossi venuto dal cielo, e con tale convinzione mi ricevevano dovunque, dopo essersi scrollata di dosso la paura.

[…] Mostri dunque non ne ho trovati, e neppure ne ho sentito parlare, tranne che a proposito di un’isola “Quaris2”, la seconda all’entrata dalle Indie, che è abitata da una gente che in tutte le isole è ritenuta molto feroce, la quale si ciba di carne umana.

Costoro possiedono molte canoe, con le quali compiono scorrerie in tutte le isole dell’India, rubando e depredando quanto possono; essi non sono più brutti degli altri, ma hanno l’abitudine di portare i capelli lunghi come le donne, e usano archi e frecce delle solite canne con un bastoncino all’estremità, in difetto del ferro che non hanno.

Sono feroci rispetto a queste altre popolazioni, che sono codarde oltre ogni dire, ma io non li tengo in maggior conto degli altri.


L. Firpo, ColomboVespucciVerrazzano: prime relazioni di navigatori italiani sulla scoperta dell’America, UTET, Torino 1966

Storie. Il passato nel presente - volume 1
Storie. Il passato nel presente - volume 1
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