Contesti d’arte - volume 3

Jean Nouvel

Per il francese Jean Nouvel (Fumel, Lot-et-Garonne 1945) la scelta delle tecnologie costruttive e dei materiali più innovativi è sempre praticata in stretto rapporto con la funzione, anche simbolica, che il nuovo edificio deve avere. Questa concezione caratterizza il lavoro dell’architetto sin dalle sue prime opere, realizzate negli anni Ottanta.

Istituto del Mondo Arabo

Un esempio dell’approccio di Nouvel all’architettura è l’Istituto del Mondo Arabo a Parigi, la cui facciata (15-16) è composta da moduli quadrati in vetro che integrano un complesso sistema metallico di schermature ad assetto variabile. Tali elementi, progettati per aprirsi o per chiudersi a seconda dell’intensità della luce naturale, non sono soltanto raffinati congegni high-tech, ma costituiscono anche un intelligente rimando ai trafori geometrici delle architetture tradizionali islamiche e diventano quindi, a giusta ragione, il tratto distintivo di un edificio destinato a rappresentare la cultura araba in Occidente.

Museo del Quai Branly

Nella capitale francese Nouvel firma anche il Museo del Quai Branly, costruito per ospitare collezioni d’arte primitiva extraeuropea e concepito come un contenitore in cui le opere devono essere valorizzate e percepite nel modo più chiaro possibile. L’allestimento interno richiama i luoghi di provenienza degli oggetti esposti, mentre l’architettura pare a tratti scomparire nelle forme elementari di un semplice riparo, caratterizzato da frangisole in legno e circondato dagli alberi. La facciata più visibile del museo (17), rivolta verso la Senna, si dissolve nel verde di un giardino verticale in cui crescono piante che possono vivere senza terra, radicate soltanto in un feltro continuamente inumidito.

Parco Scientifico Tecnologico Kilometro Rosso

Diversamente dal Museo del Quai Branly, il Parco Scientifico Tecnologico Kilometro Rosso impone la sua presenza attraverso un lungo muro metallico colorato di rosso (18). Questa scelta è giustificata dalla collocazione del complesso in prossimità di una trafficata autostrada, rispetto alla quale la parete è al contempo barriera protettiva e scenografico elemento di segnalazione da percepire passando in velocità.

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Massimiliano Fuksas

In avvio del terzo millennio l’architettura è suggestionata dall’elevata mobilità fisica e mentale della vita contemporanea e dagli scenari economici e culturali in continua mutazione del mondo globale. La lezione  decostruttivista di Frank Gehry, con le sue sorprendenti linee oblique e incurvate, è stata la prima a intercettare tali fenomeni, e oggi viene rielaborata con declinazioni diverse da architetti che progettano forme fluide e dinamiche, spesso totalmente svincolate dalla funzione degli edifici e disegnate grazie all’apporto determinante del computer. Tra questi spicca l’italiano Massimiliano Fuksas (Roma 1944).

Nuova Fiera di Milano

Fuksas è autore della Nuova Fiera di Milano, realizzata nell’hinterland del capoluogo lombardo al posto di una raffineria dismessa. La scelta di costruire la struttura è determinata dall’inadeguatezza di una sede fieristica esistente, ormai piccola e datata. Nel nuovo enorme complesso un percorso centrale sopraelevato, lungo quasi un chilometro e mezzo, permette di raggiungere i padiglioni espositivi, disposti simmetricamente su entrambi i lati. La copertura (19-20) di questo elemento distributivo è costituita da strutture metalliche reticolari ricoperte di vetro a formare un nastro fluido, articolato in impreviste variazioni altimetriche che ricordano onde, rigonfiamenti e profondi crateri.

Zaha Hadid

L’anglo-irachena Zaha Hadid (Baghdad 1950) appartiene alla stessa generazione di Fuksas. Dopo aver studiato nel Regno Unito si afferma come progettista di rilievo internazionale nei primi anni Novanta, firmando importanti edifici pubblici in tutto il mondo. La sua architettura interpreta l’era digitale e i concetti di velocità e dinamismo connaturati alla società attuale.

Hotel Puerta America

La realizzazione dell’Hotel Puerta America di Madrid vede il coinvolgimento di diciannove studi di architettura di rilevanza mondiale, impegnati ciascuno nella realizzazione di un piano. Il primo spetta alla Hadid, che disegna interni monocromatici dalle superfici sinuose e complesse (21). Sin dalla lobby e dal corridoio l’architetto dà corpo a una sorta di spazialità liquida in cui le pareti e le porte sono modellate plasticamente, senza soluzione di continuità, secondo curve irregolari. Nelle camere e nei bagni anche gli arredi si configurano come vere e proprie estroflessioni dei muri o dei pavimenti e l’ospite si sente al centro di un’inusuale atmosfera immersiva.

GUIDA ALLO STUDIO
L’architettura del nuovo millennio

Renzo Piano

  • Attenzione all’ambiente in cui realizza gli interventi architettonici
  • Estrema funzionalità degli edifici realizzati
  • Sapiente uso di molteplici e differenti tecniche costruttive

Jean Nouvel

  • Stretto legame tra la funzione dell’edificio e la scelta dei materiali e delle tecniche costruttive
  • Uso di materiali innovativi e high-tech

Massimiliano Fuksas

  • Edifici dalle forme fluide ed eleganti
  • Assenza di legame tra la funzione dell’edificio e le forme
  • Uso di tecnologie innovative

Zaha Hadid

  • Progettazione e realizzazione di edifici pubblici
  • Reinterpretazione dei concetti di velocità e dinamismo
  • Monocromatismo e linee sinuose

Contesti d’arte - volume 3
Contesti d’arte - volume 3
Dal Neoclassicismo a oggi