L’estetica della razionalità e della funzione
Nell’Europa dei primi decenni del Novecento vengono elaborate teorie ed esperienze d’avanguardia che legano l’arte e l’architettura all’industria, propugnando principi di razionalità costruttiva, di negazione di qualsiasi tipo di decorativismo e di valorizzazione di materiali innovativi come il cemento armato, i metalli e il vetro. Il modo di concepire e realizzare gli edifici si rinnova radicalmente ed è caratterizzato dalla massima funzionalità, da forme pure e da spazi interni liberi e continui, dove le partizioni sono ridotte al minimo.
Sul fronte della produzione degli oggetti d’uso e degli arredi, le sperimentazioni del Deutscher Werkbund prima, e del Bauhaus immediatamente dopo, esplorano con esiti di particolare qualità tecnica e formale le nuove frontiere del disegno industriale e della replicazione seriale.
Il complesso di queste ricerche, che si diffondono rapidamente in tutto il mondo e che dominano la cultura architettonica e il design internazionale fino alla metà del secolo, è indicato con il termine Movimento Moderno. Anche la definizione storiografica di Razionalismo si riferisce alla molteplicità di tendenze che si sviluppano a partire dai riferimenti rappresentati dalle opere del Bauhaus e di maestri come Le Corbusier e Mies van der Rohe.