Frank Lloyd Wright

8.14 Frank Lloyd Wright

Dopo aver lavorato in gioventù a Chicago nello studio di Louis Henry Sullivan, dal 1893 Frank Lloyd Wright (Richland Center, Wisconsin 1867-Phoenix, Arizona 1959) intraprende una carriera autonoma che sarà lunga e ricca di opere.
Egli affronta in maniera moderna i temi funzionali e strutturali dell’architettura del suo tempo ma elabora una visione del tutto personale del progetto, definita “architettura organica”, assai distante dal Razionalismo europeo. Frank Lloyd Wright sostiene che come ogni essere vivente deve adattarsi all’habitat che lo circonda, così l’architettura deve essere concepita cogliendo i suggerimenti del contesto naturale, biologico (e quindi appunto organico) in cui sorge.
Uno dei cardini del pensiero dell’architetto è anche il recupero della tradizione costruttiva dei pionieri americani, che realizzavano le loro case in legno, pietra e mattoni, con tetti sporgenti ad ampie falde: questa visione trova la sua prima applicazione nelle cosiddette Prairie Houses che, anche nel nome, richiamano il mondo pionieristico delle sconfinate praterie.
La Willits House (76) e la Robie House (77-78) appartengono a questa tipologia di ville unifamiliari che tuttavia non sorgono nelle aperte campagne del Midwest, ma negli eleganti sobborghi residenziali di Chicago.
Le abitazioni hanno un marcato sviluppo orizzontale. L’organizzazione interna, perfettamente rispecchiata dal gioco d’incastri dei volumi esterni, si articola attorno al fulcro del grande camino centrale, pensato per riproporre la funzione simbolica del tradizionale focolare domestico (79-80). Ampie terrazze e profondi sporti di gronda (le parti del tetto che sporgono dalla muratura) si prolungano nei rigogliosi giardini.

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Uffici Johnson Wax 

Costruiti dal 1936 al 1939 (più o meno gli stessi anni della Casa Kaufmann,  p. 390) gli Uffici Johnson Wax (81) sono emblematici dell’attenzione dedicata da Wright all’architettura dei luoghi di lavoro. Un grande salone è il cuore dell’edificio. La versatilità del calcestruzzo armato è sfruttata in questo caso in maniera sorprendente: la pianta è libera ed è punteggiata da pilastri dalla caratteristica forma a ombrello, rastremati verso il basso. La luce è l’elemento essenziale di questo ambiente; calibrata e diffusa in maniera raffinata, proviene dalla copertura, dagli spazi liberi tra le parti superiori dei pilastri, mentre le pareti perimetrali, continue e protettive, sono cieche.
Come spesso accade per i suoi edifici, Wright progetta anche gli elementi d’arredo, tra cui spiccano le sedie e le scrivanie per gli impiegati, ancora oggi in uso. 

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Solomon R. Guggenheim Museum 

Unico edificio newyorkese di Frank Lloyd Wright, il Solomon R. Guggenheim Museum (82-83) è concepito come una spirale, un percorso continuo in lieve pendenza lungo il quale il visitatore può ammirare le opere d’arte esposte senza alcuna interruzione. Si tratta del massimo esempio di forma organica, che viene realizzata superando l’usuale struttura costituita da travi e pilastri, grazie a un impiego plastico del cemento armato.
La parete intesa come elemento divisorio scompare, così come la forma del museo tradizionale basata sulla successione di singole sale espositive. Il lungo nastro murario su cui sono presentati i quadri è lievemente inclinato, a riprodurre l’angolazione dei cavalletti dei pittori; la rampa elicoidale si affaccia su un grande spazio circolare a tutta altezza.
L’edificio finisce per essere esso stesso opera d’arte, tanto che, forse, il più pregevole pezzo della collezione museale è proprio il suo contenitore.

GUIDA ALLO STUDIO
Frank Lloyd Wright
  • Architettura “organica”, cioè adattata al contesto naturale in cui si colloca
  • Rielabora in modo personale le ricerche architettoniche del suo tempo
  • Riprende le costruzioni in legno, pietra e mattoni dei primi americani
  • Guggenheim Museum di New York: edificio simbolo della “forma organica”, uso del cemento armato, nessuna parete come elemento divisorio

Contesti d’arte - volume 3
Contesti d’arte - volume 3
Dal Neoclassicismo a oggi