Il Futurismo

Il 20 febbraio 1909 Filippo Tommaso Marinetti pubblica sulla rivista francese “Le Figaro” il Manifesto del Futurismo, con cui prende avvio la storia dell’avanguardia artistica italiana che maggiormente ha impresso una svolta alle vicende del moderno. Il Futurismo si configura come il movimento più eversivo e di rottura del primo Novecento, il cui raggio d’azione si espande rapidamente verso tutte le arti.
Grazie a una capillare rete di comunicazione, e con modalità di propaganda e pubblicità senza precedenti, la poetica futurista si afferma e si diffonde con grande tempestività nel contesto internazionale.
Non a caso Marinetti sceglie di pubblicare il proprio Manifesto a Parigi, dove sono nate le principali tendenze artistiche e culturali della contemporaneità (per quanto attiene le arti figurative, si ricordi la vicenda fauve e il Cubismo allora dominante).
Marinetti si rivolge ai letterati, ma con il proprio piglio audace e irriverente catalizza l’attenzione del mondo culturale tout court, incontrando tempestivamente il favore di una serie di artisti figurativi che proprio in quegli anni convergono a Milano. Nel gennaio 1910 entra in contatto con Umberto Boccioni, stabilitosi nel capoluogo lombardo nel 1907. Successivamente avviene l’incontro con Carlo Carrà e Luigi Russolo. Questi artisti, a cui si affiancano Gino Severini e Giacomo Balla, sono i cinque firmatari del Manifesto dei pittori futuristi.
Dalla letteratura alla poesia, il pensiero futurista si estende a tutte le arti, come dimostrano i vari manifesti relativi a musica, architettura, scultura, teatro e letteratura, pubblicati tra il 1910 e il 1914. Il rinnovamento proposto dal Futurismo è totale, e comporta altresì uno sconfinamento continuo dai linguaggi tradizionali verso territori ibridi, in cui discipline e arti si fondono tra loro.
Oltre al Manifesto, la strategia pubblicitaria adottata dai futuristi fa ricorso a un particolare mezzo propagandistico, le serate futuriste: si tratta di vere e proprie azioni, performance ante litteram, che si svolgono in teatri, leggendo e declamando manifesti e poesie, proponendo musica e presentando quadri, con il preciso intento di provocare il pubblico. Coloro che stanno sul palco, infatti, sollecitano la platea con insulti e azioni aggressive che scatenano forti reazioni da parte del pubblico, come il lancio di oggetti. Le serate si concludono spesso con risse e con l’intervento delle forze dell’ordine; i resoconti di tali episodi vengono riportati nei giorni seguenti sulle pagine di cronaca di quotidiani e riviste, contribuendo così ad agevolare la diffusione mediatica dell’evento.
Grazie alla capillare azione promozionale di Marinetti, il Futurismo si diffonde a livello internazionale con una serie di mostre che hanno luogo a partire dal 1912. Questi eventi catalizzano l’attenzione dei giovani artisti e influenzano, in diversi contesti geografici, la formazione di varie poetiche legate ai principi estetico-formali della pittura futurista.
La storia del Futurismo si può articolare in due momenti: una prima stagione ha termine con lo scoppio della guerra, la seconda prende avvio nel dopoguerra, protraendosi per tutti gli anni Trenta del Novecento.

GUIDA ALLO STUDIO
Il Futurismo
  • Nasce nel 1909 con il Manifesto del Futurismo di Marinetti
  • Avanguardia artistica italiana
  • Movimento artistico rivoluzionario e di grande rottura con la tradizione
  • Coinvolgimento di tutte le arti
  • Organizzazione e diffusione delle serate futuriste
  • Divisione in due periodi: prima e seconda stagione

Contesti d’arte - volume 3
Contesti d’arte - volume 3
Dal Neoclassicismo a oggi