La scultura simbolista

5.11 La scultura simbolista

La scultura simbolista condivide temi e intenti del Simbolismo pittorico e letterario e talvolta alcuni nomi coincidono, come nel caso di Leighton, che fu anche valente scultore, o Khnopff, autore della bella testa di Hypnos di cui licenzia diverse versioni partendo dal 1890 e che immortala anche nella sua pittura, come abbiamo visto esaminando Chiudo la porta su me stessa ( p. 214). Anche Von Stuck si cimenta con la scultura, realizzando diverse versioni del ritratto a rilievo di Ludwig van Beethoven (50). L’artista tedesco, partendo dal calco dalla maschera mortuaria, trasforma il volto del compositore in un’immagine iconica che affiora dalla superficie con uno sguardo magnetico quanto inquietante, quasi a voler mostrare il lato oscuro della personalità del genio.

Auguste Rodin

Attivo unicamente come scultore, Auguste Rodin (Parigi 1840-Meudon 1917) è l’artista che segna l’affrancamento della scultura dalle norme accademiche, sviluppando un linguaggio simbolista profondamente autonomo, nato dall’elaborazione personale dell’Antico, dall’osservazione del vero, dalla lezione michelangiolesca e da un’intensa capacità visionaria. Dopo una formazione alla Petite École di Parigi improntata alle pratiche artigianali, dal 1857 tenta inutilmente per tre volte di entrare alla prestigiosa École des Beaux-Arts e, dal 1864, segue i corsi d’anatomia tenuti dallo scultore animalista Antoine-Louis Barye (1796-1875), dal quale apprende l’importanza del dettaglio. Rodin è affascinato dai soggetti provenienti dalla letteratura, in particolare da quella sacra e dalla Divina Commedia.

Porta dell’Inferno

Quando nel 1880 riceve dallo Stato francese l’incarico di una porta bronzea per il costruendo Museo d’Arte Decorativa, egli immagina una struttura complessa – un portale costruito sul modello delle grandi porte bronzee del Rinascimento italiano – che abbia per tema la Divina Commedia dantesca (51). In particolare Rodin intende illustrare le vicende dei principali personaggi dell’Inferno, immaginati come piccole figure capaci di interagire in un racconto organico e consequenziale, sull’esempio pittorico del Giudizio universale di Michelangelo. La porta diviene per l’artista una fonte di ispirazione per la realizzazione di gruppi scultorei indipendenti che assurgono a simboli universali della condizione umana.

CONFRONTI E INFLUENZE

Le tre figure poste in cima alla porta, stanti e col capo reclinato, rappresentano le ombre dei compatrioti fiorentini che accompagnavano Dante nel suo viaggio. I tre nudi, che in realtà sono la stessa figura vista da angolazioni differenti, mostrano con evidenza il debito di Rodin con la lezione di Michelangelo.

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Il pensatore

Il pensatore Tra queste sculture c’è il Il pensatore (52), immaginato in origine come lo stesso Dante che, dalla sommità della porta, osservava il mondo dei dannati da lui stesso creato. Lo scultore modella un uomo in età matura e dalla corporatura tornita che, seduto con i piedi ben radicati a una roccia, tiene la mano destra a sostegno del mento in atteggiamento riflessivo: in un contesto simbolista, esso diviene la metafora stessa del pensiero sull’esistenza e sulla natura umana.
Rodin presenta la statua in bronzo del Pensatore al Salon del 1904; divenuta proprietà della città di Parigi grazie a una raccolta fondi, fu collocata davanti al Pantheon nel 1906 (oggi è conservata al Museo Rodin). Dell’opera sono state ricavate diverse versioni, tra le quali quella che oggi si trova al Museo veneziano di Ca’ Pesaro. La forza della scultura di Rodin sta nella capacità di recuperare le fonti antiche – il Pensatore è per esempio debitore del Torso del Belvedere – e rielaborarle in chiave moderna attraverso la filigrana dell’opera di Michelangelo e Donatello, evidenti nell’insistenza sulla resa della muscolatura e nella posa moderna e colloquiale del Pensatore.

Il bacio

Di Michelangelo in particolare, Rodin fa propria la spregiudicatezza di lasciare alcune opere “non finite”, come nel caso de Il bacio (53) nel quale i due giovani corpi sembrano prendere forma dalla roccia stessa. Anche Il bacio è un gruppo che nasce con la Porta, per la quale doveva rappresentare la passione travolgente tra Paolo e Francesca. I due amanti erano però troppo statici per integrarsi nel clima tumultuoso dell’Inferno rodiniano, e nel 1887 decise dunque di presentare il gesso, come pezzo autonomo, in occasione di una mostra nella galleria parigina di Georges Petit (1856-1920). Il gruppo ebbe un tale successo che lo Stato decise di finanziarne la traduzione in marmo, che venne a sua volta presentata al Salon del 1898 dove ormai i due amanti – per altro di dimensioni vicine al vero – vennero letti in un atteggiamento di libero erotismo che, se da un lato creò scandalo, dall’altro confermò Rodin come un grande modellatore del nudo. L’erotismo di Rodin non apparteneva alla dimensione mondana e frivola che abbondava sul mercato della fine dell’Ottocento, ma era piuttosto ammantato da una dimensione di mistero e tragicità universale.

GUIDA ALLO STUDIO
La scultura simbolista: Auguste Rodin
  • Massimo esponente della scultura simbolista
  • Linguaggio artistico che combina l’Antico con l’osservazione dal vero, la tradizione michelangiolesca e una forte capacità visionaria
  • Grande attenzione per i dettagli
  • Interesse per soggetti tratti dalla letteratura

Contesti d’arte - volume 3
Contesti d’arte - volume 3
Dal Neoclassicismo a oggi