La pittura fiamminga
2.13 La pittura fiamminga
Rogier van der Weyden
Un esempio del diretto scambio e contatto tra l’universo pittorico fiammingo e quello fiorentino è sicuramente il viaggio in Italia di Rogier van der Weyden (Tournai 1399 ca.-Bruxelles 1464). Questi raggiunge Roma in occasione del Giubileo del 1450, effettuando varie tappe presso le corti di Milano, Mantova, Ferrara, Firenze e Napoli: l'itinerario gli permette di assumere un ruolo di primo piano nell'ambito del mutuo dialogo fra le due culture. Il grande artista fiammingo non esiterà a reinterpretare l'opera dei maggiori pittori italiani, come nel caso del suo Compianto sul Cristo morto degli Uffizi, eseguito per la corte estense di Ferrara.Deposizione
Madonna Medici
A Firenze Van der Weyden esegue invece la cosiddetta Madonna Medici
(89), raffigurante la Madonna del latte in piedi tra i santi Pietro, Giovanni Battista, Damiano e Cosma. Il dipinto fu commissionato con ogni probabilità dai Medici, forse da Piero e Giovanni, figli di Cosimo il Vecchio, ed è un’interessante testimonianza di come i fiorentini apprezzassero le novità prodotte nelle Fiandre. Al confronto con i contemporanei esempi italiani, presenta due importanti innovazioni tecniche: è eseguito su due tavole di legno di quercia, al pari della maggioranza delle opere fiamminghe, mentre in Italia si prediligeva il legno di pioppo, ma soprattutto si tratta di un dipinto a olio, una tecnica che in realtà ha origini antiche, ma che furono indiscutibilmente gli artisti fiamminghi a perfezionare e usare in maniera sistematica. In questa tecnica, i pigmenti ottenuti dalla macinazione di sostanze coloranti di origine vegetale o animale erano mescolati a oli; ne risulta così una pittura molto fluida, con effetti di luminosità finora ignoti all’arte italiana.
La Madonna Medici costituisce un chiaro esempio di molte delle caratteristiche che colpiranno il gusto dei committenti e dei collezionisti italiani. Ogni dettaglio è trattato con una cura quasi maniacale, dal baldacchino, foderato da preziose stoffe damascate, fino al movimento sospeso con cui ogni santo compie un gesto caratteristico della sua leggenda: Cosma, per esempio, sta mettendo una moneta nel borsello appeso alla cintura, riecheggiando così l'episodio in cui fece infuriare il fratello Damiano che lo accusava di avidità per aver accettato da una donna un piccolo compenso per una prestazione medica.
Nella straordinaria natura morta in primo piano l’artista indaga la realtà come attraverso una lente d’ingrandimento: al centro, davanti ai gradini del trono, riluce un’anfora metallica, tutto intorno piccole piante e fiori sembrano uscire dal finto gradino in pietra (90).
Contesti d’arte - volume 2
Dal Gotico internazionale al Rococò