Andrea del Castagno

2.12 Andrea del Castagno

Andrea di Bartolo (Castagno, Mugello 1421 ca.-Firenze 1457), detto "del Castagno" dal luogo di nascita, si forma a Firenze, probabilmente a contatto con artisti quali Paolo Uccello e Domenico Veneziano ( p. 102). La prima commissione pubblica per il giovane pittore è l’affresco, oggi perduto, sulla facciata del Palazzo del Podestà (1440), che raffigurava coloro che erano stati condannati all’impiccagione come traditori: un incarico che gli varrà il nomignolo non troppo lusinghiero di "Andreino degli Impiccati". Lo stile di Andrea è caratterizzato da un linguaggio forte e a tratti aspro, con personaggi avvolti in panneggi pesanti e voluminosi che sembrano gonfiati dal vento e una luce brillante e chiara.

Refettorio di Sant'Apollonia 

Il capolavoro di Andrea, nel quale si rintraccia la sintesi più alta della sua arte, è costituito dagli affreschi nel refettorio del Convento di Sant’Apollonia a Firenze, eseguiti intorno al 1450. Nella parete di fondo della stanza, con la raffigurazione dell’Ultima cena (85), si apre illusionisticamente una scatola prospettica, rivestita di finti marmi preziosi intarsiati e definita rigorosamente da una delle prospettive rinascimentali più accurate. Le fisionomie corrucciate degli apostoli trasmettono il senso di un’atmosfera al tempo stesso tragica ed eroica. Il colore freddo e metallico esalta il disegno forte e flessibile, come non si era mai visto nell’arte fiorentina quattrocentesca, e fa apparire gli apostoli e Gesù quasi come sculture donatelliane trasposte in pittura.

Ciclo degli uomini e donne illustri

Si tratta di una serie di affreschi, risalenti agli anni Quaranta del Quattrocento, oggi in parte staccati, realizzati in origine per la villa del gonfaloniere di giustizia fiorentino Filippo Carducci. Il ciclo è il più antico esempio pervenutoci di celebrazione degli uomini illustri in chiave profana, civile e umanistica: sono figure come condottieri militari, antiche regine, letterati di cui si esaltano le virtù morali. Se fino ad allora i soggetti di queste serie erano spesso tratti dalla Bibbia e dalla mitologia, dunque modelli astratti e fuori dal tempo, per il ciclo di villa Carducci, a parte le figure femminili, furono scelti personaggi del passato recente di Firenze, ancora vivi nella memoria. I soggetti sono visti di sotto in su, come statue in posizione eroica, in nicchie rettangolari dipinte con lo sfondo di un pannello di finto marmo.
La figura di Pippo Spano (86), condottiero fiorentino che combatté in Ungheria, è composta da due triangoli uguali sovrapposti, creati dalle braccia con la spada orizzontale e dalle gambe divaricate con la base. La leggera torsione del busto anima la figura, che non appare schematicamente rigida, ma anzi sembra pronta a scattare da un momento all’altro.

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Monumento equestre a Niccolò da Tolentino 

Nel 1456 Andrea del Castagno riceve l’incarico di dipingere nella Cattedrale di Firenze, accanto al Monumento a Giovanni Acuto di Paolo Uccello (► p. 88, fig. 80), quello dedicato a un altro condottiero dei fiorentini, Niccolò da Tolentino, vincitore nel 1432 della Battaglia di San Romano contro i senesi alleati del duca di Milano (87). Nella sua ultima opera documentata giunta fino a noi, Andrea tiene conto del "vero" monumento equestre scultoreo del Gattamelata compiuto a Padova da Donatello tra il 1447 e il 1453, ma soprattutto si uniforma complessivamente al vicino dipinto di Paolo Uccello. Rispetto all’asciutta severità di quest’ultimo, il cavaliere di Andrea sembra colto nel pieno di una parata sontuosa. Anche il basamento con il sarcofago si differenzia per la fedele imitazione di elementi decorativi e figurativi dell’arte antica, come il fregio a palmette che ricorre sia sulla cornice sia sul sarcofago e la grande conchiglia. Il carattere eroico-monumentale dell’opera – che in misura maggiore rispetto all’esemplare di Paolo Uccello appare una scultura dipinta – è accentuato dai due giovani reggiscudo ai lati, mentre il dinamismo è sottolineato dal mantello svolazzante del condottiero.
GUIDA ALLO STUDIO
Andrea del Castagno
  • Stile plastico e possente
  • Luce chiara e luminosa
  • Solida impostazione prospettica

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Gli sviluppi della pittura

I saperi fondamentali
  • I caratteri stilistici di Masaccio vengono ripresi e rielaborati dai pittori fiorentini Beato Angelico, Paolo Uccello e Andrea del Castagno. Caratteristiche fondamentali del loro stile pittorico sono l’introduzione della prospettiva, l’uso sapiente della luce e il naturalismo dei personaggi e degli oggetti rappresentati.
  • La prospettiva, tecnica innovativa grazie alla quale è possibile la resa tridimensionale degli oggetti e la profondità, è evidente nell’ANNUNCIAZIONE di Beato Angelico dove le figure dell’Arcangelo e di Maria sono inserite in modo verosimile nella loggia, grazie al posizionamento del punto di fuga all’interno della casa.
    L’uso della prospettiva è accentuato nelle opere di Paolo Uccello, in cui le scene sono fortemente scorciate, molto caotiche e caratterizzate da aspetti astratti, come nel caso degli affreschi per il CHIOSTRO VERDE di Santa Maria Novella e nella tela con SAN GIORGIO E IL DRAGO.
  • Una luce chiara e brillante pervade completamente le opere di Andrea del Castagno; gli effetti luministici inquadrano i soggetti in ambienti prospetticamente costruiti e sono utilizzati per la resa volumetrica delle pesanti vesti delle figure. Queste caratteristiche sono particolarmente evidenti nell’ULTIMA CENA, un affresco che realizza per il refettorio del Convento di Sant’Apollonia a Firenze, o nella raffigurazione di PIPPO SPANO, che appartiene al ciclo profano di affreschi dedicati agli uomini e alle donne illustri.
Le domande guida 
  • Quali sono i caratteri tipici rinascimentali di tradizione masaccesca?
  • In quale bottega si forma Beato Angelico?
  • Quali sono le caratteristiche della pittura di Beato Angelico?
  • Perché la prospettiva è particolarmente importante nelle opere di Paolo Uccello?
  • Quali sono i caratteri di tradizione tardogotica ancora presenti nello stile di Paolo Uccello?
  • Qual è il ruolo della luce nella pittura di Andrea del Castagno?
  • Quale ciclo pittorico profano realizza Andrea del Castagno?

Contesti d’arte - volume 2
Contesti d’arte - volume 2
Dal Gotico internazionale al Rococò