CONFRONTI E INFLUENZE - Masolino e Masaccio nella Cappella Brancacci

CONFRONTI E INFLUENZE

Masolino

La tentazione di Adamo ed Eva

  • 1424-1425 ca.
  • affresco
  • Cappella Brancacci, pilastro destro
  • Firenze, Chiesa di Santa Maria del Carmine

Masolino: imperturbabilità e leggerezza 

La scena con La tentazione di Adamo ed Eva segna l’inizio del racconto delle Storie della Genesi. I progenitori sono raffigurati nudi accanto all’albero della sapienza, attorno al cui tronco è avvolto il serpente con la testa umana, e i loro volti, dai tratti piuttosto generici, non mostrano un’espressione particolare. Masolino descrive in modo efficace i corpi, individuati correttamente nella loro anatomia ma tuttavia privi di umana concretezza; anche la profondità spaziale è indagata, sebbene l’ambientazione risulti estremamente ridotta.

Masaccio

La cacciata dei progenitori dal Paradiso terrestre

  • 1424-1428 ca.
  • affresco
  • Cappella Brancacci, pilastro sinistro
  • Firenze, Chiesa di Santa Maria del Carmine

Masaccio: dramma e concretezza 

A Masaccio si deve l’esecuzione della Cacciata dei progenitori dal Paradiso terrestre. Adamo ed Eva sono descritti appena fuori della porta dell’Eden, accompagnati da un angelo armato che, con gesto fermo e deciso, indica loro la via. La presenza divina è suggerita dai raggi dorati (ora  ossidati) che escono dallo stretto varco descritto in forte  scorcio. Le figure, salde e massicce, occupano lo spazio con sicurezza e i loro corpi, ben individuati nell’anatomia (si osservi per esempio il costato e l’addome contratto di Adamo), proiettano lunghe ombre sul terreno, simbolo della perduta lievità propria delle creature celesti. Le espressioni e i gesti comunicano in modo efficace la loro disperazione, il senso drammatico della vergogna e il peso della loro condanna.

Le ragioni del confronto

Collocazione (le due scene si trovano una di fronte all’altra, sui pilastri della cappella), cronologia e vicinanza iconografica forniscono l’occasione per osservare lo scarto tra i due pittori. La descrizione di Masolino è chiaramente legata al gusto tardogotico, ancora vitale nella Firenze dell’epoca, non solo per le proporzioni più esili dei corpi, ma anche per il delicato chiaroscuro e l’imperturbabilità che caratterizza l’espressione dei personaggi; essi sembrano piuttosto i protagonisti di una fiaba cortese. Masaccio, al contrario, si qualifica immediatamente come uno dei maggiori protagonisti della rivoluzione rinascimentale: i corpi da lui descritti sono solidi e statuari, dotati di peso, e mostrano un chiaroscuro più pronunciato, che enfatizza la forte drammaticità della scena.

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Contesti d’arte - volume 2
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