Il Seicento in Europa

7.10 Il Seicento in Europa

Nel Seicento il mondo diventa più grande: le scoperte geografiche hanno reso accessibili nuove terre e ampliato notevolmente i commerci. Le lotte tra potenze nazionali per il dominio in Europa si sono estese sui mari con lo scopo di controllare i traffici commerciali con i mondi "nuovi".

Il Secolo d'oro dell'arte spagnola

Tra i Paesi di più antica potenza politica, navale e territoriale, vi è la Spagna. La dinastia regnante, gli Asburgo, incarna una visione del potere tradizionalista, legata a un’interpretazione austera del Cattolicesimo mediata, nei rapporti con i sudditi, dall’Inquisizione, tribunale speciale religioso al servizio della corona. Il XVII secolo è un periodo di guerre su più fronti: il conflitto con i Paesi Bassi si conclude nel 1648 con la definitiva separazione delle province del Nord, calviniste, dal Belgio cattolico rimasto alla Spagna; intanto prosegue la guerra con la Francia, mentre il Portogallo si rende autonomo dalla corona spagnola; si accentua la concorrenza sui mari con l’Inghilterra, poi con i Paesi Bassi. Vige uno stato di belligeranza permanente, sempre più a fatica sostenuto dall’oro proveniente dalle colonie americane.
In ambito culturale, però, il periodo tra il 1560 e il 1660 è considerato per la Spagna quello di maggior splendore, il Siglo de oro (Secolo d’oro): l’epoca della santa mistica Teresa d’Avila, di maestri della letteratura come Cervantes, Góngora, Calderón de la Barca e della pittura come Murillo e Velázquez, che rappresentano le tendenze artistiche dominanti nel Paese, in sintonia rispettivamente con i due poteri che gestiscono, dirigono e alimentano la produzione artistica del tempo: la Chiesa e la corte.

Bartolomé Esteban Murillo

Murillo (Siviglia 1618-Cadice 1682) è il pittore che meglio individua gusti e interessi della clientela religiosa (chiese, conventi, prelati) ma anche il bisogno di immagini devozionali della classe media e della nobiltà. Si specializza in iconografie mariane (Immacolata, Madonne col Bambino) che saranno a lungo imitatissime e non solo in Spagna. Si dedica anche alla raffigurazione di bambini, mendicanti e gente del popolo, come la Ragazza alla finestra (75), di fresca sensibilità poetica, e il Piccolo mendicante (76), in cui coglie con grazia e realismo un bambino che si spidocchia, vestito di stracci, con i piedi sporchi e una povera sporta di frutta abbandonata al suo fianco.
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Diego de Silva y Velázquez

Velázquez (Siviglia 1599-Madrid 1660) è il pittore di corte per eccellenza, prototipo dell’artista che grazie alle proprie capacità scala rapidamente le gerarchie sociali fino a identificarsi con il potere. La sua pittura parte dal naturalismo di impronta caravaggesca diffuso in tutta Europa e si arricchisce di spunti personali. All’esigenza di imitare la realtà toglie quel tanto di idealizzazione che nella versione corrente il naturalismo barocco portava con sé e cerca una rappresentazione più umanizzata dei soggetti: persone vere e oggetti concreti. L’impegno di Velázquez è profuso soprattutto nei numerosi ritratti del re, Filippo IV d’Asburgo; un rapporto, quello con il sovrano, che durerà oltre vent’anni e sarebbe lecito definire di amicizia se l’etichetta di corte avesse potuto contemplare una simile eventualità. Velázquez giunge alla corte di Madrid nell’estate del 1623 e diviene pittore del re in via esclusiva, oscurando ogni altro pretendente. Tra il 1629 e il 1631 si reca in Italia e soggiorna a Roma; è un viaggio al centro del Barocco, un confronto con la cultura più avanzata d’Europa. Ci tornerà nel 1649 con un incarico ufficiale del re: acquisire opere d’arte. Come il fiammingo Rubens, Velázquez incarna la figura del pittore gentiluomo, del nobile col pennello, dai modi signorili e il portamento elegante, con un’attitudine aristocratica e una consapevolezza di sé che ben traspaiono dai numerosi autoritratti (77).
Intorno alla metà del secolo dipinge uno dei suoi capolavori, dal soggetto complesso ed enigmatico: nel dipinto Le filatrici (78), in primo piano, in una stanza disadorna, lavorano alcune tessitrici. Una donna, a sinistra, apre un drappo rosso, come se scostasse un sipario e invitasse gli spettatori a entrare e osservare il gruppo di filatrici al lavoro. Come spesso accade nelle opere del pittore spagnolo, la vera protagonista della tela è però la scena che si svolge dietro le spalle delle figure in primo piano, dove un mito antico è trattato come se fosse un fatto altrettanto quotidiano. Sullo sfondo, infatti, la dea Atena circonfusa di luce sta rivelando la sua identità divina a una stupita Aracne che, secondo la vicenda narrata da Ovidio nelle Metamorfosi, aveva osato sfidarla nella filatura. In un continuo gioco di rimandi e piani incrociati, anche l’arazzo appena terminato, sullo sfondo, svela un racconto mitologico, con il Ratto di Europa raffigurato con pennellate rapide e vivaci.
GUIDA ALLO STUDIO
Il Seicento in Europa: la Spagna
  • Massimo splendore artistico tra il 1560 e il 1660
  • Chiesa e corti come maggiori committenti
  • Diffusione delle iconografie mariane
  • Reinterpretazione e rinnovamento del naturalismo caravaggesco
  • Umanizzazione dei soggetti raffigurati
  • Grande importanza degli sfondi

Contesti d’arte - volume 2
Contesti d’arte - volume 2
Dal Gotico internazionale al Rococò