Federico Barocci

5.25 Federico Barocci

L’esordio di Federico Barocci (Urbino 1535-1612) in uno dei più innovativi cantieri pittorici di Pio IV, la decorazione del Casino pontificio nei Giardini Vaticani (1561-1563), faceva presagire una luminosa carriera all’ombra di papi, principi, alti prelati o ricchi mecenati. L’artista, invece, sceglie una strada diversa: dopo due anni nell’Urbe rientra nella città d’origine, a Urbino, dove trascorrerà tutta la vita in una dimensione intima e familiare. Tale circostanza enfatizza alcuni aspetti della sua vena creativa, percorsa da una libera espressività, ma anche da una continua ricerca per l’efficacia descrittiva e la resa della purezza degli affetti, capace di suscitare risonanza con l’osservatore. Urbino, infatti, è un luogo non solo fisico ma anche – in un certo modo – mentale per l’artista: l’astratta perfezione geometrica dell’architettura della dimora costruita da Federico da Montefeltro, "città in forma di palazzo", secondo la celebre definizione di Castiglione – costituisce una cornice fisica e concettuale per l’artista: non a caso il profilo svettante delle due esili torri circolari che serrano la loggia feltresca compare spesso negli sfondi delle opere di Barocci, a sottolineare un imprescindibile legame, quasi una cifra identitaria.

Madonna del gatto 

La tela (87) fu commissionata a Barocci dal nobile marchigiano Antonio Brancaleoni di Piobbico, signore dell’omonimo feudo nel ducato di Urbino. L’opera si inserisce in un genere, quello della committenza privata a carattere devozionale, che consente all’artista una particolare libertà nell’ideazione della scena: sono, infatti, enfatizzati gli aspetti della quotidianità e degli affetti familiari di questa Sacra Famiglia: san Giovanni Battista tiene in mano un cardellino, simbolo della Passione di Cristo, che mostra con vivace impertinenza al gatto; la Vergine è colta nell’atto di allattare Gesù, mentre san Giuseppe si volge con curiosità a osservare la scena. La semplicità e l’immediatezza della raffigurazione sono ottenute mediante numerosissimi studi dal vero e disegni preparatori, con cui l’artista cerca di trovare soluzioni innovative ed efficaci in termini di resa degli stati d’animo e dell’atmosfera intima e gioiosa: esemplare in questo senso è il gatto sulla sinistra, che ha dato il nome all’opera. Questa ha conosciuto un successo immediato, come dimostra l’incisione di Cornelis Cort realizzata nel 1577, che ha diffuso in tutt’Europa l’insolita composizione.

GUIDA ALLO STUDIO
Federico Barocci
  • Resa della purezza dei sentimenti
  • Semplicità e immediatezza della composizione
  • Atmosfere intime e gioiose
  • Dettagli naturalistici

Contesti d’arte - volume 2
Contesti d’arte - volume 2
Dal Gotico internazionale al Rococò