Federico Zuccari

5.24 Federico Zuccari

Il percorso biografico e professionale di Federico Zuccari (Sant’Angelo in Vado, Pesaro e Urbino 1540-Ancona 1609) esemplifica appieno la trasformazione che interessa la figura dell’artista nel corso del Cinquecento, informata da alcune specifiche peculiarità: accanto alla piena padronanza dei mezzi espressivi e tecnici, è fondamentale la capacità di dialogare alla pari con i grandi committenti; prende forma inoltre l’aspirazione a dare coerenza teorica alle proprie idee dedicandosi alla scrittura, strumento che contribuisce in modo determinante al riconoscimento del nuovo status sociale dell’artista come intellettuale.
Grazie alla collaborazione con il fratello Taddeo, Federico è introdotto giovanissimo in ambienti prestigiosi. Poco più che ventenne, tuttavia, lo troviamo già attivo come pittore autonomo e le tappe iniziali della sua carriera si compiono in contesti di assoluta rilevanza: la Roma dei papi, i cantieri più importanti della Serenissima, le dimore cardinalizie degli Este e dei Farnese. Nel 1574 Zuccari è in viaggio per l’Europa. Tale significativo episodio precede l’arrivo a Firenze, dove riceve un incarico di primo piano: il completamento della decorazione della cupola di Santa Maria del Fiore. Il soggiorno fiorentino è solo una tappa di una strada ancora molto lunga che lo porterà in Spagna tra il 1585 e il 1589 e poi di nuovo in varie parti d’Italia, per stabilirsi a Roma nell’ultimo decennio del secolo. È qui che costruisce la sua originalissima dimora (84) e che si impegna nella rifondazione dell’Accademia di San Luca, sul modello dell’Accademia delle Arti e del Disegno di Firenze (1562).

Flagellazione

A Roma, sull’antica Chiesa di Santa Lucia, negli anni Quaranta del Cinquecento viene rifondato l’oratorio della Compagnia del Gonfalone. A costruzione ultimata, il piccolo edificio nei pressi di via Giulia è decorato con uno dei più celebri cicli pittorici del secondo Cinquecento. I soggetti degli affreschi sono episodi della Passione e Resurrezione di Cristo, realizzati da pittori di primo livello fra cui spicca Federico Zuccari. L’artista dipinge la Flagellazione (85) e in quest’opera si riconoscono alcuni temi importanti, sviluppati poi da Federico nel corso della sua lunga attività. La scena si caratterizza per la particolare chiarezza e razionalità della composizione: Cristo è al centro di un rigoroso telaio architettonico classicista, realizzato secondo una regolare prospettiva centrale. In termini generali, inoltre, la drammaticità dell’episodio è stemperata dall’uso di colori tenui e da un lieve luminismo, che induce alla contemplazione piuttosto che alla partecipazione empatica; va in questa direzione anche la scelta di contrapporre alla crudeltà dei carnefici, espressa con efficacia dai gesti e dalle espressioni dei loro volti, la pacata rassegnazione al supplizio di Gesù: su tutto ciò l’osservatore sembra chiamato a meditare, grazie anche all’atteggiamento dei soldati in primo piano.

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Giudizio universale 

La decorazione dell’intradosso della imponente cupola brunelleschiana è un’opera di grande impegno ideativo e tecnico. L’impresa era stata avviata da Vasari ed era rimasta incompiuta alla sua morte nel 1574. In soli quattro anni Federico conclude la grande campagna decorativa, attuata con particolare audacia prospettica che anticipa la spazialità barocca. Il soggetto è il Giudizio universale (86), raffigurato secondo un complesso programma iconografico messo a punto dal letterato Vincenzo Borghini: questo programma risponde pienamente agli indirizzi delle gerarchie ecclesiastiche, sia in termini di chiarezza narrativa sia in termini di piena osservanza dell'ortodossia cattolica, enfatizzando così l'adesione di Firenze alla Controriforma. Degna di nota, infatti, è l'attenzione alla resa efficace e immediatamente comprensibile dei principali peccati. A questo orientamento risponde anche la scelta di richiamare i peccati "capitali", cioè quelli più gravi, attraverso la rappresentazione realistica di animali selvatici: l'asino per l'accidia, la vipera per l'invidia, l'orso per l'ira, il maiale per la gola, il caprone per la lussuria e il lupo per l'avarizia. La superbia è simboleggiata, invece, da Lucifero in persona. 
GUIDA ALLO STUDIO
Zuccari
  • Tecnica raffinata
  • Chiarezza del linguaggio compositivo
  • Uso di colori tenui
  • Grande audacia prospettica

Contesti d’arte - volume 2
Contesti d’arte - volume 2
Dal Gotico internazionale al Rococò