Francesco Primaticcio

5.19 Francesco Primaticcio

Francesco di Giovanni Primadizzi (Bologna 1503-Fontainebleau 1570) è una figura poliedrica che racchiude in sé le molte anime dell'artista del Cinquecento. Pittore, scultore e architetto, Francesco è anche un raffinato cortigiano, in grado di muoversi con scioltezza in un contesto importante e complesso come quello della corte di Francesco I di Valois, re di Francia. La sua vita si snoda, infatti, fra l'Italia e la Francia. Dopo un primo soggiorno a Mantova, durante il quale è vicino a Giulio Romano ed è attivo nel cantiere di Palazzo Te ( p. 278), giunge nel 1531 in Francia dove il re aveva iniziato i lavori di riqualificazione della residenza di Fontainebleau. Inizia così un periodo particolarmente felice per l'attività dell'artista bolognese: entra in contatto con Rosso Fiorentino e, alla morte di quest'ultimo, Primaticcio acquisisce una più ampia responsabilità nei cantieri del re. Nell'ambito del suo servizio alla corte francese rientra anche l'incarico di acquistare per conto di Francesco I sculture antiche a Roma o realizzarne calchi e disegni, ruolo che – insieme allo studio degli elaborati grafici di Michelangelo portati in Francia nel 1532 da Antonio Mini, allievo e aiutante di Buonarroti – permette un deciso aggiornamento nel linguaggio di Primaticcio. Gli anni Quaranta del Cinquecento vedono dunque il bolognese compiere numerosi viaggi in Italia fra cui spicca quello del 1546, anno in cui è inviato da Francesco di Valois a Roma per eseguire il calco della Pietà vaticana di Michelangelo. La fortuna dell'artista alla corte di Francia continua anche con i sovrani successivi, Enrico II, Francesco II e Carlo IX, che lo impiegano soprattutto come scultore e architetto. Primaticcio in questi lunghi anni al servizio dei sovrani francesi si distingue in particolare nella progettazione di monumenti funebri e nell'allestimento dei giardini. La residenza reale di Fontainebleau è l'emblema della passione di Francesco I Valois per l'arte italiana del Rinascimento e il favore accordato dal re agli artisti che furono al suo servizio (Leonardo, Rosso Fiorentino, Cellini, Vignola) testimonia appieno tale interesse. Primaticcio ha un ruolo da protagonista nei lunghi e complessi progetti per la sistemazione della magnifica reggia dell'Île-de-France.

Camera della duchessa d'Etampes 

Uno dei contributi più importanti si riconosce nella decorazione (70) della camera della nobile Anne Pisseleu d'Heilly duchessa d'Etampes, dama che ebbe un ruolo di primo piano negli equilibri politici della corte francese, ricevendo favori e onori da parte del re. Primaticcio in prima persona progetta la decorazione della stanza della duchessa, in stretta contiguità con locali privati del re. Crea una serie di cariatidi in stucco scolpite a tutto tondo, destinate a incorniciare scene dipinte. Le figure, poste di profilo e di tre quarti, sostengono cartigli stilizzati: il tema è quello della metamorfosi del corpo umano e della sua interpretazione fantastica, che ritorna con altre sfaccettature e altre declinazioni anche nel progetto della Grotte de Pins. Tali figure reinterpretano liberamente modelli classici proponendo proporzioni molto allungate e forme sinuose.
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Galleria di Ulisse 

La presenza alla corte francese dell’architetto italiano Vignola, fra il 1541 e il 1543, è ritenuta fondamentale nello sviluppo di una particolare sensibilità di Primaticcio in questo versante del fare artistico, come dimostrato dalla straordinaria impresa decorativa della Galleria di Ulisse (uno spazio di 6,25 metri di ampiezza per 150 metri di lunghezza) del palazzo di Fontainebleau. L’artista concepisce un allestimento in cui pittura e architettura si compenetrano e collaborano nell’articolazione di questo monumentale corridoio.
Questa eccezionale impresa artistica è stata distrutta nel 1739 e le conoscenze disponibili si ricavano dagli splendidi disegni preparatori di Primaticcio. Di particolare impegno è la decorazione della volta a botte, dove vengono illustrati temi mitologici e allegorici. La scena dedicata a Minerva in piedi davanti a Giove e Giunone contiene la rappresentazione di un edificio monumentale (71). Il divino incontro è immaginato nel palazzo di Giove, evocato da un portico con colonne trabeate, che dialoga con uno dei riquadri delle Logge di Raffaello in Vaticano. L’artista mostra piena padronanza dello strumento prospettico, delineando una costruzione le cui proporzioni diminuiscono assecondando e valorizzando gli effetti ottici della vista da sotto in su.

Grotta di Fontainebleau 

La misteriosa struttura, prima opera architettonica di Primaticcio, è ricavata sotto un padiglione posto all’estremità ovest della Galleria di Ulisse (72). Si apre verso il giardino mediante tre fornici, qualificati da un paramento murario a bugnato rustico che appare ispirato alle soluzioni di Giulio Romano a Palazzo Te. Le bugne della grotta di Fontainebleau sono trattate in modo tale da esaltare l’aspetto dell’irregolarità della pietra, che evoca la roccia scabra o rovine abbandonate. L’elemento più originale dell’opera è rappresentato dalle figure poste nei piedritti e all’angolo del fronte: i Prigioni michelangioleschi ( p. 212). sono il modello per questa straordinaria invenzione, che porta alle estreme conseguenze l’idea della figura umana intrappolata nella pietra e che lotta e si contorce per liberarsi.
GUIDA ALLO STUDIO
Francesco Primaticcio
  • Progettazione di monumenti funebri
  • Allestimento giardini
  • Grande capacità inventiva
  • Fusione di architettura e pittura
  • Figure allungate e forme sinuose

Contesti d’arte - volume 2
Contesti d’arte - volume 2
Dal Gotico internazionale al Rococò