ANALISI D'OPERA - Giambologna, Ratto delle Sabine

Analisi D'opera

Giambologna

Ratto delle Sabine

  • 1582
  • marmo, h 410 cm
  • Firenze, Piazza della Signoria, Loggia del Lanzi

Il gruppo venne composto per la Loggia dei Lanzi di Firenze, uno spazio realizzato nell’ultimo quarto del Trecento per accogliere le assemblee cittadine e che, a partire dal XVI secolo, divenne sede espositiva per le statue della collezione granducale. Stando a quanto riporta Raffaello Borghini, erudito e scrittore attivo alla corte medicea, nell’idea iniziale di Giambologna non c’era l’intenzione di rappresentare un episodio o un’iconografia particolare, ma la volontà di dimostrare la propria abilità nel comporre gruppi complessi di figure anche di grandi dimensioni; la stessa fonte ci informa inoltre che solo in un secondo momento venne individuato il titolo dell’opera.

Descrizione

Lo scultore descrive un giovane che tiene stretta una fanciulla. Questa, con gesto energico e seducente al contempo, cerca di liberarsi; alla base è un’altra figura, un uomo più anziano (si veda la barba) che assiste terrorizzato. L’opera può essere considerata un manifesto della scultura e della poetica manierista per la grande originalità inventiva, la complessità compositiva e il virtuosismo tecnico. Come già osservato per altre opere del Giambologna, si nota un deciso dinamismo che, in questo caso, contribuisce a comunicare il dramma della lotta. Si tratta di un’opera che precorre gli esiti della scultura barocca proprio per la complessità di visione che propone all’osservatore.

CONFRONTI E INFLUENZE

Nel  Ratto delle Sabine Giambologna porta avanti la ricerca avviata da Michelangelo sulla figura serpentinata. Il Genio della Vittoria può essere considerato una sorta di anticipazione delle forme manieriste. La complessità della posa, abbandonando la tradizionale visione frontale, consente di presentare simultaneamente più punti di vista, invitando l’osservatore a muoversi attorno all’opera per scoprire nuovi e sorprendenti scorci. Oltre all’aspetto compositivo, la statua rimanda a Michelangelo anche per la definizione dei corpi, per l’interesse nella descrizione della muscolatura e delle membra impegnate nello sforzo della torsione.

Contesti d’arte - volume 2
Contesti d’arte - volume 2
Dal Gotico internazionale al Rococò