Le ragioni del confronto
Il celebre “sfondato” realizzato da Mantegna nella Camera degli Sposi (► pp. 142-143) è, dal punto di vista dell’impostazione spaziale, il diretto antecedente per gli affreschi della Chiesa di San Giovanni, nei quali però la profondità spaziale viene immensamente dilatata. L’effetto è ancora più accentuato nella cupola del Duomo grazie al gran numero di figure presentate in fortissimo scorcio e distribuite in una sequenza concentrica di anelli di nuvole. La misurabilità prospettica dello spazio viene totalmente superata e si verifica qualcosa di completamente nuovo e in un certo senso opposto a quanto sviluppato nelle ricerche quattrocentesche: la rappresentazione figurata cancella la percezione della struttura architettonica reale attraverso la continuità compositiva tra le figure all’interno della cupola e quelle sul tamburo e sui pennacchi. L’illusionismo pittorico raggiunge in questo modo il totale coinvolgimento dell’osservatore nella scena, perché egli non percepisce più la distinzione tra lo spazio reale della chiesa (quello nel quale si trova fisicamente) e quello dipinto. Correggio dimostra di essere perfettamente aggiornato sulle novità formali venete e, nonostante non siano documentati suoi viaggi a Roma, su quelle del Centro Italia. Sua originale abilità è quella di riunire armonicamente il tonalismo veneto, la cui lezione è avvertibile nei delicati e complessi effetti luministici del controluce, con la potenza volumetrica di Michelangelo e la grazia classica di Raffaello. Il tutto viene risolto mediante una strabiliante capacità di concatenare, a livello compositivo, l’enorme numero di figure in un unico e continuo turbinio di pose e gesti differenti. È facile comprendere come tutti questi caratteri proiettino il linguaggio di Correggio al di fuori dell’equilibrio classico. Gli affreschi del duomo, in particolare, destarono nella committenza non poche perplessità. La figura del Cristo, soprattutto, presa così smaccatamente dal basso e lanciata in una sorta di frenetica danza, trascende i dettami del concetto di ▶ decorum.