MATERIALI E TECNICHE: L’arazzo

MATERIALI E TECNICHE

L’arazzo

L’arazzo è un panno tessuto e ricamato che veniva appeso alle pareti con il duplice scopo di decorare un ambiente e isolarlo dall’umidità. Il termine deriva da Arras, una cittadina fiamminga che, nel corso del Medioevo, divenne un centro molto importante specializzato nella produzione di questi manufatti.
La realizzazione di un arazzo comprende due momenti distinti: 

  • l’ideazione, ovvero l’esecuzione del cartone (un disegno dettagliato a grandezza naturale che contiene indicazioni precise circa la colorazione dei filati) di competenza dell’artista; 
  • la messa in opera, che invece spetta all’arazziere e alla sua bottega. 

La lavorazione vera e propria prevede l’impiego di un telaio, il macchinario che consente l’intreccio di trama e ordito; per quest’ultimo, che costituisce la “struttura” dell’arazzo, sono impiegati i filati più resistenti come il lino, la lana grezza o la canapa; mentre per la trama sono utilizzati fili sottili, colorati e realizzati nei materiali più pregiati, come la seta, l’oro o l’argento.
Il telaio può essere verticale – l’arazzo è posto verticalmente davanti al tessitore che, lavorando al rovescio, controlla il corretto avanzamento del lavoro grazie a uno specchio – o orizzontale – in questo caso il tessitore lavora al dritto, e può inserire il cartone direttamente sotto l’ordito per seguire meglio il disegno.

Un celebre esempio 

Gli arazzi più antichi giunti sino a noi risalgono al XV secolo: utilizzati per decorare gli interni delle chiese, erano appesi lungo le navate. Risale alla fine del Quattrocento uno degli esempi più celebri del genere: si tratta del ciclo de La dama e l’unicorno che si compone di sei grandi arazzi. Realizzati nel cosiddetto stile millefiori (per la particolare decorazione del fondo rosso), furono confezionati nelle Fiandre, nel clima del Gotico internazionale. Il ciclo sviluppa il tema dei cinque sensi: ogni arazzo è dedicato alla rappresentazione di uno di questi e mostra la dama, spesso accompagnata da una damigella, con un leone e un unicorno recanti le insegne del committente (B), Jean Le Viste. Nel caso dell’udito (A), per esempio, la dama, assistita dall’ancella, suona un piccolo organo mentre leone e unicorno ascoltano. Il soggetto del sesto pannello (C) risulta invece più difficile da individuare e mostra la dama che ripone la sua collana all’interno di un cofanetto. Secondo alcuni studiosi potrebbe trattarsi del rifiuto di ogni tentazione terrena, ovvero della rinuncia ai piaceri dei sensi descritti negli altri arazzi.

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Contesti d’arte - volume 2
Contesti d’arte - volume 2
Dal Gotico internazionale al Rococò