Pisanello

1.4 Pisanello

La carriera di Pisanello (Antonio Pisano, Pisa? 1395 ca.-Mantova? 1455) si snoda tra le principali corti italiane, dove riscuote l’ammirazione di sovrani e intellettuali. Trasferitosi da bambino a Verona con la madre, Pisanello si forma probabilmente a Venezia, collaborando con Gentile da Fabriano alla perduta decorazione del Palazzo Ducale. Di Gentile, Pisanello termina anche un ciclo di affreschi in San Giovanni in Laterano a Roma (purtroppo perduti nella ristrutturazione secentesca della Basilica), che il maestro, morendo, aveva lasciato incompiuto.

Pisanello disegnatore

Disegnatore prolifico e abilissimo, Pisanello è il più antico artista italiano del quale si conservi un numero rilevante di disegni su carta, in un periodo in cui questo materiale cominciava a diffondersi sempre più. Molti dei disegni sono studi preparatori per opere pittoriche realizzate; altri, non corrispondendo ad alcun dipinto noto, potrebbero anche essere semplici esercitazioni grafiche. Ne è un esempio il foglio con la Lussuria (16), personificata in una donna nuda, con una capigliatura ricciuta e un volto malizioso, accompagnata da un coniglio. Il segno è tracciato a penna e rinforzato con bistro (una polvere brunastra) e riesce a delineare con efficacia le forme ossute della donna.

La decorazione della Cappella Pellegrini a Verona

Tra il 1436 e il 1439, a Verona, l’artista realizzò la decorazione della cappella della famiglia Pellegrini nella chiesa domenicana di Sant’Anastasia. Purtroppo oggi resta solo l’affresco di San Giorgio e la principessa (17), collocato all’esterno della cappella; le sue cattive condizioni hanno reso necessario lo stacco della superficie dipinta. L’affresco intendeva probabilmente celebrare gli ideali cristiani della cavalleria, di cui san Giorgio è l’espressione più alta. Egli, infatti, affronta un terribile drago, dopo aver saputo dalla principessa di Silena, in Libia, che il mostro minaccia la città con la continua pretesa di uomini e animali da mangiare, e che la stessa principessa sta per essere divorata. Dopo la vittoria del santo, il re e l’intera popolazione si convertono al Cristianesimo. Il soggetto è stato messo in rapporto con fatti storici del tempo, come le varie epidemie di peste, simboleggiate dal drago, o l’occupazione di Verona (allora soggetta a Venezia) da parte di Gianfrancesco Gonzaga e di altri signori padani per conto di Filippo Maria Visconti, nel novembre 1439. Ma questa seconda ipotesi trova un ostacolo nel fatto che Pisanello si schierò in realtà dalla parte degli occupanti e lasciò Verona con il Gonzaga quando questi fu cacciato. La scena rappresenta un momento preciso della leggenda, quello in cui il santo parte per affrontare il drago. Pisanello sfrutta la forma particolare della superficie da dipingere, attorno a un arco ogivale, per dividere l’affresco in tre parti: al centro, sopra la chiave dell’arco, il lago; a sinistra il drago e un paesaggio desolato con i resti delle vittime del mostro; a destra la scena più animata, con san Giorgio che sta per montare a cavallo e la principessa in vesti regali, pronta per essere immolata al mostro. La ricchezza dei particolari non distoglie dal dramma che si sta svolgendo. Si comprende bene, davanti a un dipinto come questo, l’entusiasmo dei letterati del tempo per il pittore, che non appare il nostalgico sognatore di un’epoca ormai sorpassata, ma un narratore di grande talento.
Si conservano alcuni disegni preparatori relativi a questo affresco. Nel foglio con la testa della principessa (18-19) il profilo sembra quasi ritagliato e l’espressione preoccupata del volto non altera né la grazia né la naturalezza dell’aspetto della giovane presa a modello.

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Ritratti e medaglie

Nel 1441 Pisanello dipinse il Ritratto di Lionello d’Este (20), in gara con il veneziano Jacopo Bellini, che fu proclamato vincitore, anche se il marchese non fu soddisfatto di nessuno dei due quadri. Si tratta di una delle prime tavole italiane che hanno per oggetto un ritratto, i cui precedenti si possono ritrovare solo nelle figure dei committenti dipinte, fin dai tempi di Giotto e di Simone Martini, all’interno delle opere sacre, oppure nel ritratto su fondo oro del re di Francia Giovanni il Buono (1350 circa, di autore ignoto), considerato il più antico ritratto autonomo che si conservi. In queste opere i soggetti sono rappresentati di profilo, e così fa anche Pisanello, che aggiunge uno sfondo scuro arricchito da fiori. L’artista prende spunto dalla magrezza di Lionello per creare un’immagine aristocratica e suggerisce la consistenza delle diverse materie con pennellate filiformi nei capelli e puntiformi in alcuni tratti della veste.
Pisanello si dedicò anche all’arte della medaglia. Questi oggetti di lusso sono un’espressione peculiare della civiltà delle corti, ma anche della nascente cultura umanistica, in quanto riprendono il modello della moneta romana: nella faccia anteriore (recto) si trova il profilo del personaggio effigiato e in quella posteriore (verso) una composizione allegorica. Lionello d’Este è ritratto in una serie di medaglie: in quella qui riprodotta (21) indossa una cotta di maglia e una sopravveste damascata.
GUIDA ALLO STUDIO
Pisanello
  • Attivo in numerose corti italiane
  • Abile disegnatore a penna (studi preparatori, esercitazioni grafiche)
  • Attento alla resa dei dettagli
  • Specializzato in ritratti di profilo
  • Dedito all’arte della medaglia

Contesti d’arte - volume 2
Contesti d’arte - volume 2
Dal Gotico internazionale al Rococò