Le Rime di Michelangelo
Totalmente estraneo alla dottrina matematico-scientifica era invece Michelangelo. La sua formazione neoplatonica fa sì che egli rifiuti l’imitazione della natura per volgersi invece direttamente alla contemplazione delle idee. Il suo pensiero non è sintetizzato in un trattato, ma è comunque desumibile dalla lettura di un gran numero di componimenti poetici, oggi raccolti nelle Rime.
Secondo Michelangelo la bellezza è strumento per giungere a Dio, come si evince da questi pochi versi: «né Dio, suo grazia, mi si mostra altrove più che ’n alcun leggiadro e mortal velo; e quel sol amo perch’in lui si specchia». La contemplazione della bellezza naturale e terrena (il “mortal velo”) è dunque finalizzata all’ascesa verso la grazia divina. Questo è il vero obiettivo dell’artista, il quale, una volta raggiunta la contemplazione diretta del mondo divino delle idee, “vince”, cioè supera la natura stessa: «A la bell’arte che, se dal ciel seco / ciascun la porta, vince la natura».