Niccolò dell’Arca

3.7 Niccolò dell’Arca

Il percorso di Francesco del Cossa ed Ercole de' Roberti, tra Ferrara e Bologna, influenza in modo significativo non solo la pittura bolognese ma anche la scultura, soprattutto per quanto riguarda la sua personalità più significativa nel panorama quattrocentesco, Niccolò dell'Arca (? 1435 ca.-Bologna 1494).
Lo scultore, attivo a Bologna a partire dal 1460 circa, compare nei primi documenti come de Apulia, ossia come proveniente dall'Italia meridionale, visto che il termine "Apulia" nel Quattrocento indicava tutto il Regno di Napoli. Arrivato in Emilia, riceve subito commissioni importanti, come la sistemazione finale dell'Arca trecentesca di San Domenico, impresa avviata due secoli prima da Nicola Pisano e che gli vale il soprannome con cui è noto nella critica.

Compianto sul Cristo morto

L'opera che lo ha reso famoso è il gruppo scultoreo del Compianto sul Cristo morto (43) nella Chiesa di Santa Maria della Vita a Bologna, composto da sette figure a grandezza naturale in terracotta con tracce di policromia. Non si conosce l'esatta disposizione delle statue, in passato rimosse dalla chiesa, perché si riteneva potessero impressionare i fedeli: nell'Ottocento le fragili terrecotte furono addirittura lasciate all'aperto, nei pressi del mercato, e chiamate popolarmente le "burde", cioè le streghe. Difficile è anche la datazione dell'opera, che oscilla tra il 1463 e il 1490.
Al centro sta il Cristo morto, disteso con la testa reclinata su un cuscino; intorno a lui si dispongono le altre figure che piangono la sua morte, la Vergine, con le mani giunte, una donna con le mani sulle gambe, san Giovanni che piange in silenzio, e un borghese in abiti rinascimentali, tradizionalmente individuato come l'ignoto committente dell'opera. A colpire lo spettatore sono soprattutto le due Marie, con i volti sconvolti dal dolore e le vesti gonfiate dal vento, come se solo in quell'esatto momento avessero arrestato una corsa disperata. Si tratta di una "sacra rappresentazione", una sorta di muto teatro che impressiona per la violenta e dinamica carica emotiva, del tutto nuova nel panorama italiano.
Lo sconvolgente naturalismo di Niccolò non ebbe grande seguito nella scultura emiliana e padana: se infatti la terracotta continuò a essere usata come materiale preferito dagli scultori settentrionali, "povero" e insieme facilmente lavorabile, il Compianto rimase un capolavoro isolato, troppo forte e forse incomprensibile nel panorama quattrocentesco, dominato da ricerche molto più classiche e lontane da un violento sperimentalismo.

GUIDA ALLO STUDIO
Niccolò dell’Arca
  • Violenta carica emotiva
  • Stupefacente naturalismo
  • Uso della terracotta
 › pagina 159 

CONFRONTI E INFLUENZE

Il Compianto ricorda a tratti il pàthos espressivo, seppure molto più “classico” e contenuto, dell’ultima fase di Donatello. In termini stilistici, i confronti più pertinenti sembrano però quelli con i pittori ferraresi attivi in quegli anni a Bologna, e in particolare con Ercole de’ Roberti, come sembra provare l’unico frammento superstite degli affreschi della Cappella Garganelli raffigurante la Maddalena piangente.

GUIDA ALLO STUDIO

Gli artisti della corte di Ferrara e Niccolò dell’Arca

I saperi fondamentali
  • Durante il periodo rinascimentale Ferrara è una tra le città italiane soggette a riqualificazione e rinnovamento in campo urbanistico. Biagio Rossetti è l’architetto incaricato della progettazione e realizzazione di quella che viene chiamata ADDIZIONE ERCULEA
  • Alla corte di Ferrara lavorano alcuni tra gli artisti più apprezzati del Quattrocento: Cosmè Tura (1430 ca.-1495), noto per lo stile visionario e il linguaggio aspro e tagliente, Francesco del Cossa (1436 ca.-1478), il cui equilibrio ricorda Piero della Francesca, Ercole de' Roberti (1455 ca.-1496), il cui stile vigoroso risente della scultura di Donatello. 
  • Il ciclo pittorico maggiormente rappresentativo di Ferrara è la decorazione del SALONE DEI MESI nel Palazzo Schifanoia, realizzato tra il 1469 e il 1470 da un gruppo di artisti della scuola ferrarese, tra cui Ercole de' Roberti e Francesco del Cossa. Del ciclo purtroppo sono giunti a noi solo i mesi da Marzo a Settembre. 
  • A Ferrara, ma anche a Bologna, è attivo lo scultore Niccolò dell’Arca (1435 ca.-1494). L’opera che lo rende famoso è il COMPIANTO SUL CRISTO MORTO: realizzata in terracotta policroma, si distingue per l’incredibile naturalismo e per la violenta carica espressiva.
Le domande guida 
  • Quali sono i principali artisti ferraresi del Quattrocento?
  • Quali sono le caratteristiche dello stile di Cosmè Tura?
  • Quale è l’opera pittorica più rappresentativa della città di Ferrara?
  • Quali sono le particolarità del Compianto sul Cristo morto di Niccolò dell’Arca?

Contesti d’arte - volume 2
Contesti d’arte - volume 2
Dal Gotico internazionale al Rococò