Sandro Botticelli (Firenze 1445-1510) è uno degli artisti del Rinascimento fiorentino che oggi gode di maggiore popolarità: è curioso quindi ricordare che, pur se si conoscevano le opere, la sua figura fu avvolta nell’oblio fino al XIX secolo, quando il critico inglese John Ruskin (1819-1900) lo riscoprì e il movimento artistico dei preraffaelliti lo elesse tra i suoi ispiratori, nel contesto più generale del recupero dell’arte del Trecento e del Quattrocento fiorentino.
Sandro Botticelli
3.8 Sandro Botticelli
La bellezza del disegno
La formazione artistica di Botticelli si svolge a Firenze presso Filippo Lippi e, dopo la morte di quest’ultimo, per un breve periodo, nella bottega del pittore e scultore Andrea del Verrocchio (► p. 169).Madonna di Ajaccio
Allegoria della Fortezza
Proprio la continua ricerca di una bellezza assoluta, al di là del tempo e dello spazio, porterà Botticelli a staccarsi progressivamente dai modelli iniziali e a elaborare uno stile sostanzialmente diverso da quello dei suoi contemporanei, che lo rese un caso praticamente unico nel panorama artistico fiorentino dell’epoca.
I capolavori per la famiglia Medici
Nel corso degli anni Settanta Botticelli dipinge una ricca serie di ritratti a testimonianza del suo interesse per questo genere, che sembra interpretare, tuttavia, più in termini di rassomiglianza celebrativa che d’introspezione e indagine psicologica.Ritratto di Giuliano de' Medici
Attorno agli anni Ottanta Botticelli raggiunge l’apice della fama, anche per la sua vicinanza con gli esponenti di spicco della famiglia Medici, soprattutto Giovanni di Pierfrancesco de’ Medici e suo fratello Lorenzo, appartenenti al ramo cadetto, e cugini di Lorenzo il Magnifico. Per i due l’artista dipinse alcuni capolavori.
Pallade e il centauro
Come spesso accade per le opere di Botticelli, anche della Pallade e il centauro (47) non si conosce il significato preciso, legato forse a un testo oggi perduto. Il senso della composizione però doveva essere immediatamente chiaro per il ristretto circolo del committente e di coloro che potevano vedere l’opera: attorno al 1498, anno della morte di Giovanni di Pierfrancesco, la tela si trovava sopra la porta di accesso all’anticamera nella sua casa di via Larga a Firenze, a pochi passi dal palazzo di Lorenzo il Magnifico. Il dipinto raffigura, sullo sfondo di una veduta marina con una nave, Pallade, ossia la dea latina Minerva, simbolo di saggezza e misura. Armata di alabarda, la dea veste stoffe trasparenti ornate di rami di ulivo e di ricami con lo stemma dei tre o quattro anelli intrecciati con un diamante (48), che alludono al motto latino Deo amante (" a DIo devoto"), emblema di vari personaggi della famiglia Medici. Pallade afferra un ricciolo del centauro, creatura mitologica metà uomo e metà cavallo, che si distingue per la forza bruta e gli istinti incontrollabili. La figura del mostro deriva da un sarcofago antico che Botticelli aveva visto sicuramente a Roma, dove aveva soggiornato a partire dal 1480, chiamato da papa Sisto IV, insieme a un gruppo di affermati pittori fiorentini dell’epoca, ad affrescare le pareti della Cappella Sistina (► pp. 214-217).
Contesti d’arte - volume 2
Dal Gotico internazionale al Rococò