GUIDA ALLO STUDIO - La diffusione del linguaggio rinascimentale

GUIDA ALLO STUDIO

La diffusione del linguaggio rinascimentale

I saperi fondamentali 

  • Durante il Quattrocento le corti rivestono particolare importanza per la diffusione del linguaggio rinascimentale: in alcuni centri italiani iniziano, infatti, significativi rinnovamenti urbanistici, spesso ispirati dalle riflessioni sulla “città ideale”. I principali interventi avvengono a Pienza (progettata sulle nuove regole di armonia e simmetria da Bernardo Rossellino), Urbino (dominata da PALAZZO DUCALE costruito da Luciano Laurana) e Ferrara (rinnovata e riqualificata da Biagio Rossetti con la cosiddetta ADDIZIONE ERCULEA). 
  • In ambito pittorico Antonello da Messina (1430 ca.-1479) è riconosciuto come l’artista più legato alla tradizione fiamminga, con cui condivide l’uso della pittura a olio e della luce chiarissima e trasparente. I suoi dipinti si caratterizzano per una complessa rete di influenze stilistiche da lui stesso rielaborate e reinterpretate e riscontrabili nelle sue prime opere: la MADONNA SALTING ne è un esempio. 
  • Sono evidenti nelle opere della maturità (SAN GIROLAMO NELLO STUDIO e la VERGINE ANNUNZIATA) la monumentalità, l’applicazione rigorosa della prospettiva e l’uso della luce. Antonello è, inoltre, l’inventore dello schema della pala d’altare unificata (PALA DI SAN CASSIANO) che diventa da subito un modello nella pittura veneta. 
  • Ad Andrea Mantegna (1430 ca.-1506) si deve il merito di avere diffuso il linguaggio artistico rinascimentale nell’Italia settentrionale; si forma presso la bottega di Squarcione da cui assimila il gusto per la tradizione classica che, però, rielabora e reintegra con gli stili degli artisti a lui contemporanei. 
  • A 17 anni è chiamato ad affrescare la Cappella Ovetari nella Chiesa degli Eremitani di Padova: gli affreschi evidenziano il suo amore per il gusto classico, l’uso della prospettiva e la resa plastica dei personaggi. Appartengono al periodo padovano anche il POLITTICO DI SAN LUCA e la PALA DI SAN ZENO
  • Giunto alla corte dei Gonzaga nel 1459, Mantegna dipinge il celebre CRISTO MORTO, caratterizzato dalla notevole drammaticità resa non solo dall’uso di colori freddi e smorzati e dai forti contrasti di luce ma, soprattutto, dall’invenzione del “ripido scorcio”. Mantegna è, altresì, uno dei primi artisti ad adottare la tecnica dell’incisione e a comprenderne le potenzialità. 
  • Giovanni Bellini (1431/1436 ca.-1516) si forma nella bottega del padre e, durante la sua lunga carriera, rielabora le influenze stilistiche dell’epoca. Nelle opere giovanili, in particolare nella TRASFIGURAZIONE e nella PIETÀ, sono evidenti gli influssi di Mantegna (uso ardito della prospettiva) e della tradizione pittorica (uso della luce). 
  • Dalla metà degli anni Settanta, inizia una fase chiamata “classicismo belliniano” privo di citazioni archeologiche e caratterizzato dalla misura classica e della resa prospettica attraverso l’uso dei colori e della luce. La PALA DI PESARO, il TRITTICO DEI FRARI e la PALA DI SAN ZACCARIA ne sono non solo un esempio, ma rappresentano altresì il nuovo modello di pala d’altare introdotto dal Bellini.

Le domande guida 
  • Quali città italiane conoscono un significativo rinnovamento urbanistico durante il Quattrocento?
  • Quali sono le caratteristiche della pittura di Antonello da Messina?
  • Quali componenti stilistiche caratterizzano la Madonna Salting?
  • In quale opera Antonello adotta lo schema della pala d’altare unificata?
  • Qual è il rapporto tra Andrea Mantegna e la tradizione classica?
  • Qual è la caratteristica più innovativa nel Cristo morto?
  • Quale nuova tecnica artistica è utilizzata da Mantegna?
  • In che cosa consiste il “classicismo belliniano”?
  • Che cosa è la “prospettiva aerea”?
  • Quali sono le principali differenze tra Giovanni Bellini e Andrea Mantegna?

Contesti d’arte - volume 2
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