Pala di San Cassiano
A testimonianza della fama giunta anche lontano dalla patria d'origine, nell'agosto 1475 Antonello riceveva dal patrizio veneziano Pietro Bon la commissione di una grande pala da porre sul suo altare, il primo a destra entrando nella Chiesa di San Cassiano. L'opera fu rimossa dalla sua collocazione originale al principio del Seicento e fu in seguito smembrata in diverse parti. Dopo varie peregrinazioni le tre porzioni centrali furono ricomposte a Vienna, dove si trovano ancora oggi.
L'opera integra raffigurava la Vergine col Bambino in trono fra i santi Giorgio, Cecilia, Nicola e Lucia sulla sinistra, e i santi Domenico, Orsola, Sebastiano ed Elena sulla destra
(25). Nei tre frammenti oggi ricomposti si vedono la Madonna col Bambino e, ai lati, la parte superiore dei santi Nicola, Lucia, Domenico e Orsola
(26). Nonostante la lettura sia compromessa dalla profonda mutilazione subita dal dipinto, bisogna immaginare che la tavola, insieme alle contemporanee creazioni di Giovanni Bellini, rappresentò a Venezia una novità sconvolgente: Antonello crea infatti una
composizione spaziale unificata, imponendo in laguna uno schema che avrà un immediato riscontro nella pittura veneta e produrrà numerose derivazioni. La Madonna offre a Gesù delle
ciliegie nel palmo della mano destra, ciliegie che prefigurano le gocce di sangue che Cristo verserà per il genere umano. Una
luce chiarissima e trasparente pone in evidenza anche gli aspetti più marginali e conferisce agli oggetti un nitore di gusto nordico: gli attributi dei santi, il libro di san Nicola con le tre palle dorate, il pastorale con il fusto parzialmente trasparente di cristallo, il bicchiere di vetro decorato d'oro di santa Lucia.