MATERIALI E TECNICHE: La pittura a olio

MATERIALI E TECNICHE

La pittura a olio

Origine e fortuna della tecnica 

Conosciuta sin dall’antichità (tanto che era ben descritta in alcuni ricettari, come quello di Teofilo del XII secolo e quello di Cennino Cennini della fine del Trecento), la tecnica della pittura a olio viene riscoperta e largamente utilizzata dai pittori del Rinascimento fiammingo, tanto che per molti secoli se ne è attribuita l’invenzione a Jan van Eyck. Questo procedimento adotta come legante per i pigmenti gli olii, soprattutto di lino, noce e papavero, che possono essere diluiti con delle essenze, tra le quali la più utilizzata è quella di trementina. Contrariamente a quanto accade per la tempera, i colori preparati in questo modo hanno un’essiccazione molto lenta e concedono al pittore il tempo per eseguire accuratissime sfumature e la possibilità di ottenere morbidi trapassi tonali. Una volta asciutto, a uno strato pittorico se ne possono sovrapporre molti altri senza provocare alcuna alterazione a quello sottostante.

Le sue potenzialità 

Il procedere per velature è una pratica tipica della pittura a olio. Se ben diluito, uno strato di colore può per esempio lasciar intravedere quello sottostante, in modo da riprodurre l’effetto visivo dei materiali lucidi e trasparenti o da ottenere ombreggiature molto profonde e verosimili. L’elasticità del legante permette però anche la stesura di strati di colore molto spessi (senza che questi si screpolino o si sfoglino), ai quali può perfino essere impressa una particolare  texture, magari stendendo il colore con la spatola oppure picchiettandolo con la punta del pennello, con brandelli di panno o spugne naturali.
Questa tecnica offre dunque un’ampia gamma di possibilità nella resa dei diversi materiali (della loro consistenza, della loro superficie, della loro maggiore o minore capacità di riflettere la luce), che i pittori fiamminghi sfruttano a pieno per ottenere una descrizione minuziosa e dettagliata della realtà. Anche la cosiddetta pittura tonale, basata sull’accordo dell’intera gamma cromatica di un dipinto a una tinta tendenzialmente uniforme, modulata poi in differenti toni (cioè gradi di chiaro e di scuro), deve alla tecnica a olio la sua più perfetta espressione. Già Jan van Eyck usava stendere su tutto il supporto uno strato di colore di fondo su cui poi procedeva aggiungendo, per via di sovrapposizioni, tutti i vari elementi da rappresentare, dando così un accordo generale a tutti i colori utilizzati nel dipinto. Tale procedimento verrà molto utilizzato da Giovanni Bellini e dalla scuola veneziana.

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Contesti d’arte - volume 2
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