Origine e fortuna della tecnica
Conosciuta sin dall’antichità (tanto che era ben descritta in alcuni ricettari, come quello di Teofilo del XII secolo e quello di Cennino Cennini della fine del Trecento), la tecnica della pittura a olio viene riscoperta e largamente utilizzata dai pittori del Rinascimento fiammingo, tanto che per molti secoli se ne è attribuita l’invenzione a Jan van Eyck. Questo procedimento adotta come legante per i pigmenti gli olii, soprattutto di lino, noce e papavero, che possono essere diluiti con delle essenze, tra le quali la più utilizzata è quella di trementina. Contrariamente a quanto accade per la tempera, i colori preparati in questo modo hanno un’essiccazione molto lenta e concedono al pittore il tempo per eseguire accuratissime sfumature e la possibilità di ottenere morbidi trapassi tonali. Una volta asciutto, a uno strato pittorico se ne possono sovrapporre molti altri senza provocare alcuna alterazione a quello sottostante.