Le città-fortezze micenee
Le cittadelle micenee, come si è visto, si contraddistinguono per la presenza di imponenti mura. Oltre alle mura esterne, una cerchia di mura interne difende la reggia, edificata nel punto più alto della città. Il palazzo reale presenta una forma costante, con propilei che portano sino al mégaron, la sala del trono, preceduta da uno o più vestiboli a due colonne o pilastri. Al centro del mégaron era in genere collocato il focolare, con un’evidente funzione sacra.Un esempio ben conservato di mura e di palazzo con mégaron è offerto dalla cittadella fortificata di Tirinto (4), che sorgeva vicino alla costa, a una decina di chilometri da Micene. La prima fase della storia della città risale all’incirca al 1400 a.C.; interventi e ampliamenti avvennero poi in una seconda fase, che va all’incirca dal 1300 al 1230 a.C. Sorta su un basso pianoro, Tirinto era circondata da mura ciclopiche con camminamenti coperti e passaggi (5), costruiti con grandi pietre e lastroni inclinati, a formare la copertura.
Nella parte più alta del sito si trovava il nucleo principale della città, costituito da un cortile porticato su cui si affacciava il mégaron del re. Per giungervi occorreva attraversare il Grande ▶ propileo, poi un ampio cortile interno, e quindi i Piccoli propilei. Il rinvenimento, al di sotto di una rampa del palazzo, di vari frammenti di affreschi testimonia che anche in ambito miceneo v’era l’usanza di decorare le pareti; la vivacità e la varietà dei soggetti rappresentati (cani a caccia del cinghiale, una coppia di donne su un carro, una processione di donne) dimostrano inoltre l’influenza dei modelli cretesi.