Unità 4 Creta e Micene

Le coordinate dell’arte

Le origini del mondo greco 

Il 1872 costituisce una data fondamentale per la conoscenza delle civiltà preelleniche. Prima di allora era radicata la convinzione che le origini della cultura greca non potessero essere spiegate che con un’improvvisa e prodigiosa fioritura. Le scoperte archeologiche condotte da Heinrich Schliemann e Arthur Evans finalmente ne consentirono una corretta collocazione all’interno del quadro delle civiltà antiche.
Entrambi convinti che i poemi omerici (in particolare l’Iliade con la narrazione delle ultime fasi della guerra di Troia) e i racconti dei miti contenessero degli elementi di verità, si posero a capo di due spedizioni archeologiche.
Nel 1872 Schliemann individuò i resti della città di Troia sulla costa asiatica dello stretto dei Dardanelli; quindi, incoraggiato dalla scoperta, intraprese nuovi scavi nel Peloponneso rinvenendo i resti di un palazzo, presso Tirinto, e di alcune tombe a Micene che restituirono ricchissimi corredi funerari. Questi ultimi ritrovamenti testimoniarono in modo incontrovertibile l’esistenza di una nuova civiltà, da quel momento denominata “micenea” dal nome di quello che sembrava a tutti gli effetti essere stato il centro più importante della Grecia continentale.
Altra data fondamentale nella definizione del mondo preellenico è il 1900, quando Arthur Evans rinvenne a Creta imponenti rovine, in particolare i resti del grande palazzo di Cnosso. Questi ritrovamenti provarono l’esistenza di un’altra e più antica civiltà, che fu denominata minoica in riferimento al re Minosse.
Infine, intorno al 1952, Michael Ventris e John Chadwick riuscirono a decifrare la cosiddetta Lineare B, una delle due scritture sillabiche rinvenute su tavolette in argilla nei depositi dei diversi centri (la più antica, detta Lineare A, diffusa a Creta, è ancora oggetto di studio). La Lineare B, propria della Grecia continentale, mostrava evidenti punti di contatto con la lingua greca, inoltre il suo rinvenimento presso Cnosso testimoniava una fase di dominazione dell’isola da parte dei Micenei; la civiltà minoico-micenea poteva quindi essere considerata la premessa alla nascita della civiltà greca vera e propria.

La civiltà minoica 

Nella prima età del bronzo, dunque, un’interessante civiltà si sviluppa attorno alle isole Cicladi (la civiltà cicladica) per essere poi offuscata dalla fioritura cretese. Sono giunti fino a noi suggestivi idoletti in marmo che, a dispetto della estrema essenzialità descrittiva, denotano l’alto grado di raffinatezza raggiunto da quelle popolazioni. A partire dal II millennio a.C., in seguito all’affermazione del sistema dei palazzi – centri della vita economica, politica e religiosa dell’isola – Creta si avvia a divenire il centro più importante dell’Egeo, esercitando una vera e propria egemonia sul mare (“talassocrazia”, dal greco thálassa, “mare”, e kratéo, “comandare”). Non si tratta di un’autorità di tipo militare, bensì commerciale e culturale, come testimonia la diffusione della Lineare A (utilizzata sull’isola tra il XVIII e il XV secolo a.C.). La civiltà minoica è infatti tendenzialmente pacifica (le sue città sono prive di mura difensive). La periodizzazione adottata per questa civiltà si basa sullo studio dei palazzi, sulle loro costruzioni e ricostruzioni e sulle loro misteriose distruzioni: quella del 1700 a.C. circa – a causa di una catastrofe naturale o di rivolte sociali – e quella del 1400 a.C. circa, che segna l’inizio del declino della civiltà.

 › pagina 57 

IL TEMPO
LE OPERE
Fine III/inizio II millennio a.C.-1950 a.C. Civiltà cicladica
3500-1400 a.C. Civiltà minoica
3500-1950 a.C. Periodo prepalaziale: periodo che precede lo sviluppo del sistema dei palazzi
2500 a.C.
2500-2400 a.C.   Idoletto femminile (Isole Cicladi)
2000 a.C.
1950-1700 a.C. Periodo protopalaziale: costruzione dei primi palazzi (Cnosso, Festo, Mallia)
XVII-XV secolo a.C.   Palazzo di Cnosso (Creta)  
1800-1700   Ceramica di Kamàres (Creta)  
1700 a.C. Distruzione dei palazzi    
1700-1600 a.C.   Dea dei serpenti (Creta)
1700-1400 a.C. Periodo neopalaziale: i palazzi vengono ricostruiti. Creta raggiunge il suo massimo sviluppo
1600 a.C. ca.   Vaso con polipo (Creta)  
1600-1100 a.C. Civiltà micenea
1600-1400 a.C. Miceneo antico: la città di Micene emerge come centro egemone nel Peloponneso
XVI secolo a.C.   Gioco del toro (Creta)
XVI secolo a.C.   Maschera di Agamennone (Micene)  
1500 a.C.
1500 a.C.   Coppe di Vaphio (Micene)
1425-1190 a.C. Periodo postpalaziale: seconda distribuzione dei palazzi e declino della civiltà minoica
1400-1200 a.C. Miceneo medio: dopo la conquista di Creta, l’espansione micenea continua verso l’Asia minore e l’Italia meridionale
1400-1300 a.C.   Cratere della piovra (Micene)
1300 a.C. circa   Porta dei Leoni (Micene)
1200-1100 a.C. Miceneo tardo: la civiltà micenea entra in crisi
1000 a.C.
 › pagina 58 

Ascesa e declino dei Micenei 

Tra il III e il II millennio a.C. nuove popolazioni si stabiliscono nella Grecia continentale. Si tratta di un territorio prevalentemente roccioso, poco adatto alla coltivazione: le popolazioni della penisola non conoscono né la prosperità, né la pace che aveva caratterizzato i rapporti tra le popolazioni cretesi; sono infatti popoli guerrieri e non è un caso che i loro centri si contraddistinguano per la presenza di poderose mura difensive. I debiti nei confronti della civiltà minoica sono però numerosi, come per esempio l’acquisizione delle tecniche di navigazione, grazie alle quali, attorno alla metà del II millennio a.C., ha avvio una fase di espansione marittima.
Tra il 1450 e il 1400 a.C., approfittando della crisi che ha colpito Creta, i Micenei invadono l’isola prendendone il controllo: il predominio economico e politico passa ai centri del Peloponneso e della Grecia centrale (come Tirinto, Tebe e soprattutto Micene), come testimonia anche il cambiamento del sistema di scrittura (alla Lineare A si sostituisce la Lineare B). Le ragioni che causarono la crisi della civiltà micenea (Miceneo tardo, 1200-1100 a.C.) ancora oggi non sono chiare: secondo alcuni si è trattato di un disastro naturale, secondo altri le cause sono da ricercare nelle incursioni di popoli provenienti dal Mediterraneo occidentale (i Dori). Quel che è certo è che si registra il completo declino e abbandono di importanti centri e, contestualmente, la scomparsa della scrittura.

Forma, funzioni e idee

La civiltà minoica si sviluppa su un territorio ricco di pianure e terreni coltivabili, i cui abbondanti raccolti oltre a garantire il sostentamento dei diversi centri dell’isola, consentono l’esportazione di prodotti agricoli.
La ricchezza, il benessere e i rapporti pacifici tra le diverse comunità trovano espressione nelle manifestazioni artistiche dell’isola, che mostrano caratteri di grande originalità e maggiore libertà inventiva rispetto a quanto osservato per le altre civiltà del mondo antico. La descrizione della figura umana, in particolare, manca della rigida solennità che caratterizza lo stesso tema nell’arte orientale ed egizia, con la quale tuttavia mantiene importanti punti di contatto, giustificati dai frequenti rapporti commerciali.
Espressione di libertà e armonia è anche il palazzo che, privo di strutture difensive, si apre al paesaggio, seguendone la conformazione in un continuo movimento di piani e altezze. Paesaggio e natura entrano nell’edificio per mezzo di terrazze e porticati, ma anche attraverso la ricca decorazione parietale. Il mare, in particolare, costituisce un tema ricorrente a testimonianza dell’importanza che riveste: popolo di abili navigatori, i cretesi furono tra i primi ad abbandonare i tragitti costieri per affrontare il mare aperto, tracciando nuove rotte commerciali e intrecciando scambi con altre civiltà del Mediterraneo.
L’arte, ispirata in larga parte dalle forme della natura, inizia a slegarsi da intenti celebrativi e funzioni magico-religiose e a qualificarsi come godimento estetico, secondo una concezione che troverà piena attuazione nella Grecia classica.
La civiltà micenea, mostra evidenti debiti nei confronti dell’arte minoica: prima di essere conquistata, Creta aveva esercitato, già nel periodo neopalaziale (1700-1450 a.C.), una notevole influenza sulla Grecia continentale, e non solo da un punto di vista culturale. I micenei sono tuttavia un popolo guerriero che solo in parte riesce ad assorbire quelle forme e quegli stili: manca loro il carattere di originalità e fantasia creativa che, come si è visto, costituisce l’elemento principale dell’arte cretese, sostituito da un spirito più rigoroso e disciplinato. I corredi funerari riportati alla luce da Schliemann, che comprendono armi, maschere e oggetti realizzati in oro, oltre a testimoniare la raffinatezza e il gusto dell’aristocrazia micenea, mostrano un alto grado di perizia raggiunta nella lavorazione a sbalzo del metallo, appresa ancora una volta dagli artigiani cretesi.

GUIDA ALLO STUDIO
I concetti chiave
  • Le radici della cultura greca: la civiltà minoico-micenea può essere considerata la premessa alla nascita della civiltà greca vera e propria.
  • La civiltà minoica: la sua ascesa coincide con l’affermazione del sistema dei palazzi, che rappresenta l’aspetto più caratterizzante della civiltà, tanto da costituirne la base per la periodizzazione.
  • La civiltà micenea: tra il III e il II millennio a.C. nuove popolazioni si stabiliscono nella Grecia continentale: si tratta di un popolo guerriero che, proprio grazie all’influenza esercitata dalla civiltà minoica, riesce a strappare a Creta il controllo dell’Egeo, imponendo il proprio predominio.
  • Le caratteristiche dell’arte: le manifestazioni artistiche dell’isola di Creta mostrano caratteri di grande originalità e libertà inventiva. L’arte micenea, invece, mostra uno spirito più rigoroso e disciplinato.

Contesti d’arte - volume 1
Contesti d’arte - volume 1
Dalla Preistoria al Gotico