I caratteri dell’architettura gotica

15.1 I caratteri dell'architettura gotica

L'architettura gotica si fonda sull'uso dell'arco a sesto acuto o ogiva (cioè formato da due archi di cerchio che si incrociano alla sommità), della volta a crociera costolonata (cioè con nervature a vista, dette anche costoloni, che la dividono in spicchi detti vele) e degli archi rampanti. Nessuno di questi elementi è un'invenzione degli architetti gotici. Come abbiamo visto l'arco acuto, di origine islamica, e la volta a crociera costolonata, sorretta da pilastri, compaiono già nell'architettura romanica. Gli archi rampanti sono archi esterni alla struttura, aventi le imposte ad altezze diverse, con la funzione di scaricare le spinte delle volte; sono impiegati anche in alcune chiese romaniche, dove però non sono evidenti perché nascosti sotto i tetti.
La novità del Gotico è la combinazione di questi elementi per scopi tecnici ed estetici precisi. Dal punto di vista strutturale, si possono innalzare volte più leggere, utilizzando per la costruzione armature ridotte e risparmiando legname.
Mentre l'arco a tutto sesto impone volte e campate a pianta quadrata (modulo quadrato della campata), con quello a sesto acuto si possono costruire volte rettangolari, distribuendo il carico in modo uniforme sui sostegni verticali. Una struttura così formata si regge sul suo scheletro, consentendo di ridurre al minimo la muratura: si parla a questo proposito di edifici a scheletro portante. Lo scheletro di un edificio gotico è costituito dai costoloni delle volte, dagli archi rampanti e dai pilastri, che possono essere, come già nel Romanico, di forme diverse: compositi (cioè costituiti da fasci di colonne), cilindrici, a sezione quadrata o poligonale ( p. 349).
Un'applicazione estrema di questa possibilità si trova nella Sainte-Chapelle, cappella del Palazzo Reale di Parigi (poi distrutto) costruita per volontà del re Luigi IX dal 1242 al 1248 per accogliere alcune reliquie della Passione di Cristo e articolata su due livelli, corrispondenti alle diverse funzioni. La cappella inferiore, in origine destinata alla servitù, è relativamente bassa e divisa in tre navate. In quella superiore (1), a una sola navata, al di sopra dello zoccolo della parete si elevano solo i sottili pilastri che sostengono le volte, mentre i muri sono sostituiti da grandi vetrate.

La cattedrale gotica

L'edificio più rappresentativo dell'Età gotica è la cattedrale, un'impresa composita, talvolta anonima e sempre collettiva che prosegue spesso per secoli. La struttura tipica, in pianta (2), è a tre o cinque navate, con un transetto poco sporgente e un ampio coro (cioè lo spazio riservato ai cantori nel vano absidale), con deambulatorio e cappelle radiali; anche il deambulatorio e le cappelle radiali si incontrano già nell'architettura romanica, come abbiamo visto nella terza chiesa dell'Abbazia di Cluny ( p. 354).
In alzato (3), la struttura presenta tre livelli sovrapposti: le arcate a sesto acuto; il triforio, cioè una galleria a trifore ricavata nel vivo della parete e non praticabile che, già presente in alcune chiese romaniche, viene ripresa in quelle gotiche, dove non si trova invece il matroneo; il claristorio, cioè la parete superiore della navata centrale, più alta di quelle laterali, in cui si apre una serie di finestre a ogiva che illuminano l'interno; già presente in qualche architettura romanica, nel Gotico diventa di uso comune e assume un'ampiezza maggiore.
All'esterno, la facciata principale e quelle del transetto sono affiancate da torri, come già negli edifici romanici della Normandia e in alcune chiese tedesche; i portali sono ornati di sculture nelle strombature e sovrastati da timpani triangolari, detti anche ghimberghe, decorati con rilievi. Sopra si apre il rosone, una finestra circolare divisa da raggi; già presente in Età romanica, anche questo elemento si sviluppa nel Gotico per ampiezza e varietà decorativa. All'incrocio della navata con il transetto sorge spesso un tiburio, cioè una struttura a prisma o cilindrica che ingloba la cupola, culminante in una guglia a forma di cono o di piramide appuntita, alta e sottile. Al livello del tetto sono visibili gli archi rampanti, sovrastati da pinnacoli (simili alle guglie ma di dimensioni ridotte), con la funzione di indirizzare verso il basso la spinta trasmessa dagli archi. Le bocche di scarico dell'acqua piovana, i doccioni, sono decorate con sculture raffiguranti creature fantastiche (gargolle).

MATERIALI E TECNICHE

Le vetrate

Elemento fondamentale nell'architettura gotica sono le vetrate, che occupano le grandi finestre ogivali nelle pareti delle chiese (in particolare nel claristorio) e i rosoni. Si tratta di una tecnica antica, di cui si ha notizia già negli ultimi secoli dell'Impero romano, che cresce di importanza in età gotica, in rapporto alla maggiore disponibilità di superficie e al valore metafisico attribuito alla luce come emanazione divina.
La lavorazione di una vetrata presenta varie fasi e coinvolge maestri di diverse specializzazioni. I materiali impiegati sono il vetro (ottenuto dalla solidificazione di ossido di silicio e colorato secondo le necessità con l'aggiunta di sali minerali), il piombo e il ferro.  Si parte da un disegno su tavola (dal XIV secolo su cartone), sulla base del quale si preparano gli antelli, cioè i pezzi di vetro del colore, della forma e della misura desiderati.  Per aggiungere dettagli ed effetti chiaroscurali si procede poi alla pittura a grisaille, stendendo con un pennello e con l'aiuto di varie sostanze (acqua, aceto, gomma arabica) la polvere di ossido di ferro sciolta in un solvente.  Dopo una nuova cottura, i vetri vengono inseriti nel reticolo di listelli di piombo. Infine la vetrata è sistemata in un'armatura di ferro e collocata nella finestra.

Contesti d’arte - volume 1
Contesti d’arte - volume 1
Dalla Preistoria al Gotico