SVILUPPI E TENDENZE: Imitazione e innovazione

SVILUPPI E TENDENZE

Imitazione e innovazione

L’arte e l’urbanistica romane sono il frutto di influenze diverse, successivamente rielaborate e sviluppate, che trovano le loro ragioni nelle vicende storiche del periodo.
Durante la Repubblica sono evidenti gli influssi etruschi: l’impianto urbanistico delle città di nuova fondazione (a sua volta di derivazione greca), la ritualità che ne determinava l’organizzazione interna, l’importanza attribuita alla cinta muraria e alla monumentalità delle porte di accesso (un’esigenza non solo difensiva, ma legata anche a motivi di prestigio, già rintracciati in altre e più antiche civiltà). Anche l’architettura sacra risulta debitrice, nella sua fase più antica, dall’esempio etrusco, che prevedeva l’impostazione del tempio su un alto zoccolo con scala posta frontalmente e la tripartizione degli spazi interni. Aspetti che, secondo alcuni studiosi, dovevano essere presenti nel Capitolium (VI secolo a.C.), il tempio dedicato alla cosiddetta triade capitolina (Giove, Giunone, Minerva) che si trovava sul colle del Campidoglio e dominava la valle del Foro.
Per quest’ultimo luogo, invece, è possibile rintracciare un modello diverso: l’individuazione di uno spazio simbolo della comunità, fulcro dell’intero impianto urbano e centro civico per eccellenza, dove convivevano edifici pubblici e templi, deriva evidentemente dall’agorá greca.
Un’interessante convivenza di elementi italici e stilemi greci è ravvisabile in alcuni edifici realizzati negli ultimi secoli della Repubblica: nel Tempio di Portuno al Foro Boario si osserva la presenza dell’alto podio con scala, associato però a un ambiente a cella unica e colonne scanalate di ordine ionico che, sebbene incassate nelle pareti della cella, si distribuiscono anche sui lati lunghi (per questo motivo la pianta è definita pseudoperiptera).
A partire dal II secolo a.C., il contatto con i regni ellenistici lascia evidenti tracce nel mondo romano, che rimane affascinato da tanta raffinatezza. I princìpi dell’estetica ellenistica vengono assorbiti e sviluppati nella costruzione di complessi monumentali e scenografici. Testimonianza di questa influenza è il Tempio di Ercole Vincitore che, oltre ad assumere la forma circolare (totalmente estranea alla tradizione italica) e a essere realizzato completamente con marmo greco, adotta l’ordine corinzio e la crepidine perimetrale di accesso.

<

Contesti d’arte - volume 1
Contesti d’arte - volume 1
Dalla Preistoria al Gotico