ANALISI D'OPERA - Affreschi della Tomba François

Analisi D'opera

Affreschi della Tomba François

  • IV secolo a.C.
  • Roma, Villa Albani, Collezione Torlonia (da Vulci, Viterbo)



Nelle raffigurazioni pittoriche Charun compare spesso con la pelle di colore blu, la barba, le orecchie aguzze e il naso adunco. Qui, al centro della scena, indossa una corta tunica e un copricapo, mentre nelle mani tiene un'ascia bipenne.

La Tomba François, che prende il nome dall’archeologo che la scoprì nel 1857, Alessandro François, è il monumento funebre della famiglia etrusca dei Saties. Risalente al IV secolo a.C., conserva uno dei più interessanti esempi di pittura etrusca, sia per la qualità tecnica dell’esecuzione, sia per i temi di carattere storico che vi sono raffigurati. Un ciclo di affreschi rievoca infatti le gesta gloriose degli eroi di Vulci, attraverso le quali i Saties intendevano velatamente celebrare la propria famiglia. Oggi gli affreschi sono conservati a Roma, a Villa Albani. Giunsero qui nel 1946 con la collezione del principe Alessandro Torlonia che, nel 1862, li aveva fatti staccare e suddividere in pannelli per poterli depositare nel suo museo.

Descrizione

Una delle pareti è occupata da scene di combattimento. L’affresco rievoca lo scontro che vide contrapposti il vulcente Mastarna, poi noto come Servio Tullio, insieme ai fratelli Aulo e Celio Vibenna, alla dinastia etrusca dei Tarquini, che regnava allora su Roma. Mastarna, uscito vincitore dallo scontro, succederà ai Tarquini divenendo il sesto re di Roma.
Il primo personaggio sulla sinistra è proprio Mastarna, raffigurato nell’atto di liberare Celio Vibenna (dipinto sull’altra parete); accanto, tre personaggi vulcenti, tra cui Aulo Vibenna, si battono vittoriosamente contro guerrieri di altre città etrusche coalizzate con Roma (forse Sovana, Falerii e Volsinii-Orvieto).
Sull’altra parete sono invece rappresentati alcuni episodi della guerra di Troia, come il sacrificio dei prigionieri troiani compiuto da Achille in onore di Patroclo alla presenza di demoni funerari etruschi, tra cui Charun (che nella mitologia etrusca aveva la funzione di accompagnare i defunti nell’aldilà) e un demone alato femminile.
Dalla lettura comparata dei cicli pittorici traspare l’atteggiamento antiromano dell’aristocrazia di Vulci, che si proclama vittoriosa sui Romani proprio come i Greci lo erano stati sui Troiani (da cui, secondo il mito, discendevano i Romani). La scena del sacrificio di Achille contiene forse anche un’allusione al famoso episodio dell’uccisione di 337 prigionieri romani, avvenuta nella città di Tarquinia poco tempo prima della costruzione della tomba.

Contesti d’arte - volume 1
Contesti d’arte - volume 1
Dalla Preistoria al Gotico