La pittura etrusca

8.4 La pittura etrusca

I primi esempi di pittura e l'influenza ionica

Le prime esperienze di pittura parietale etrusca ad affresco risalgono alla metà del VII secolo a.C. Nel VI secolo, grazie al contributo delle maestranze provenienti dalla Ionia, la pittura è impiegata sia nella decorazione tombale, trovando la massima espressione a Tarquinia, definita "la più grande pinacoteca dell’antichità", sia nella decorazione di ambienti civili e religiosi, con pannelli di terracotta (pínakes) fissati con chiodi alla trabeazione lignea delle pareti. Prima del 540-530 a.C., a Tarquinia non vengono realizzate pitture tombali di grande rilievo. La Tomba delle Pantere (40), per esempio, mostra nel timpano due felini affrontati e una maschera gorgonica centrale, mentre il resto dell’ambiente presenta una decorazione architettonica semplificata.
Nella Tomba dei Tori, la più articolata da un punto di vista architettonico, si vede per la prima volta un racconto figurato mitologico, con l’agguato di Achille a Troilo presso la fontana (41). Tra una ricca vegetazione, l’eroe greco appare in procinto di balzare addosso all’ignaro figlio di Priamo, che cavalca un destriero bianco. Gradualmente gli artisti provenienti dal Nord della Ionia si aprono a temi legati alla concreta presenza del defunto, ora accennando al suo ruolo sociale, ora richiamando significati simbolici connessi con l'aldilà: così accade, per esempio, nella Tomba degli Auguri, dalla quale provengono le figure piangenti alla porta dell’Ade (42).
Pittori e committenti iniziano a prestare attenzione anche agli aspetti naturalistici: i risultati di questo interesse possono essere apprezzati nelle grandi scene della Tomba della Caccia e della Pesca (43).

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Lo stile classicheggiante e l'eco di Pergamo

Altre note tombe tarquiniesi, come quella del Triclinio o dei Leopardi (44), riecheggiano nei panneggi e nei volti uno stile classicheggiante di derivazione greca. In queste tombe, come in altre del periodo, compare spesso una scena di banchetto con figure distese sui tipici letti (klínai), schiavi e musici. La pittura è testimoniata anche a Chiusi, dove compaiono temi analoghi – giochi e banchetti, cortei, próthesis – e a Sarteano.
Per l’età ellenistica sono interessanti, tra le altre, le pitture della Tomba del Tifone e della Tomba Bruschi a Tarquinia, che rappresentano corteggi e commiati dei defunti diretti verso gli Inferi, con personaggi  togati, suonatori, inservienti. Nella Tomba del Tifone (45) sono evidenti gli influssi dell’arte pergamena nella resa dei demoni rappresentati sui pilastri, negli accenti patetici, nel chiaroscuro, nella drammaticità e nelle espressioni di tensione.

CONFRONTI E INFLUENZE

Nell’antica Grecia era usanza concludere il rito funebre con un banchetto rituale in onore del defunto che spesso si svolgeva sul luogo stesso della sepoltura. Non è un caso infatti che scene di banchetto e di  simposio siano spesso presenti nelle decorazioni dei vasi destinati al corredo funebre. Gli Etruschi ereditano tali rituali tanto che il tema diviene ricorrente anche nelle decorazioni parietali delle tombe. Questo cratere, rinvenuto a Cerveteri e raffigurante Eracle al banchetto di Eurito, testimonia inoltre come fosse stato determinante l’influsso dell’arte corinzia nella formazione di quella etrusca: evidenti echi del suo stile pittorico li possiamo ancora ritrovare nella pittura tombale di Tarquinia dell’inizio del V secolo a.C.

GUIDA ALLO STUDIO
La pittura etrusca
  • Pitture parietali in tombe ed edifici civili e religiosi
  • Temi mitologici e naturalistici
  • Influsso greco e pergameno

Contesti d’arte - volume 1
Contesti d’arte - volume 1
Dalla Preistoria al Gotico