Contesti d’arte - volume 1

Lisippo

Nel corso del IV secolo a.C. il ruolo di Lisippo, nato a Sicione, sulla costa settentrionale del Peloponneso, e attivo dal 370 a.C. circa, appare determinante per l'elaborazione di un nuovo stile scultoreo, alternativo ormai a quello classico e in cui dominano nuovi equilibri e una nuova attenzione alla psicologia del soggetto. La predilezione per il bronzo e per la raffigurazione di nudi maschili atletici rimanda alla produzione classica di Policleto, di cui però Lisippo rinnova il Canone, teorizzando nuove proporzioni e mostrando di aver acquisito le principali novità del tempo (che caratterizzeranno poi l'Ellenismo), ossia l'osservazione del reale e l'interesse per il ritratto.

Agias

In un gruppo statuario bronzeo che Lisippo realizzò per Daoco, principe dei Tessali, alleato dei Macedoni di Filippo II, sono evidenti le nuove conquiste stilistiche dell’artista. Conosciuto grazie a un’antica copia greca in marmo rinvenuta a Delfi, il gruppo comprendeva i ritratti del principe assieme al figlio e a sette antenati, vincitori nelle gare atletiche del santuario. Tra i numerosi frammenti del monumento di Delfi, spicca una grande statua di atleta, raffigurante Agias (55), uno degli antenati di Daoco. Il corpo, solido e muscoloso, come si addice a un vincitore nelle gare del pancrazio (combattimento che comprendeva lotta e pugilato), è reso riducendo al minimo il movimento delle gambe, della testa e del torso, per trasmettere il senso di potenza della muscolatura. Rispetto agli atleti policletei la vita è più stretta e le gambe più lunghe; mentre la testa, anch’essa di proporzioni più piccole, esprime concentrazione con il corrugamento delle sopracciglia, la bocca leggermente aperta e gli occhi pensierosi.

Ritratto di Socrate

Nell’ultima fase dell’età classica si sviluppa il gusto per la ritrattistica, soprattutto di personaggi illustri. Questa tendenza è pienamente acquisita da Lisippo, che inaugura un’altra tipologia di ritrattistica, che avrà grande fortuna in età ellenistica: quella delle statue di filosofi. Realizzato intorno al 330 a.C., il ritratto di Socrate (56), di cui possediamo solo copie di età romana, si allontana ormai completamente dall’idealizzazione dei volti di età classica, mostrando invece attenzione per la  resa fisionomica e psicologica: la folta barba e le rughe sul volto tradiscono l’età del filosofo, mentre l'espressione tesa e nervosa esprime inquietudine e concentrazione.

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Ercole Farnese

Uno dei soggetti cui si dedicò più volte lo scultore è Eracle, del quale – secondo le fonti – realizzò una statua bronzea per la città di Sicione, un’altra di dimensioni colossali per Taranto e una, in forma ridotta, da donare ad Alessandro Magno. Di tale produzione resta oggi la copia colossale in marmo (alta 3,17 metri) del cosiddetto Eracle a riposo (57), realizzata dal greco Glykon. Rinvenuta nel 1540 a Roma, nelle Terme di Caracalla, la statua entrò a far parte della collezione dei principi Farnese, per passare infine al Museo Nazionale di Napoli conservando il nome dei nobili collezionisti: oggi infatti è soprattutto nota come Ercole Farnese. L’eroe è raffigurato con entrambi i talloni poggiati a terra, mentre tutto il peso sembra abbandonarsi sulla spalla sinistra, appoggiata alla clava parzialmente coperta dall’altro  attributo tipico dell’eroe, la leonté (la pelle del mitico leone nemeo). Tutte le proporzioni delle membra sono alterate in larghezza, per mettere in rilievo la muscolatura sovrumana, probabilmente ancora più accentuata dall’autore della copia. Se dalle dimensioni del corpo scaturisce una grande potenza, la testa, per contrasto, è resa più piccola, come sempre in Lisippo, e il volto mostra un’espressione pensierosa. Le rughe che solcano la fronte, le forti sopracciglia, gli occhi infossati, lo sguardo rivolto a terra accentuano l’impressione di intima tristezza. Il braccio destro è piegato all’indietro, in posizione di riposo; la mano, poggiata sul gluteo, stringe ancora i pomi delle Esperidi. Questo particolare rende esplicita la scelta del momento in cui raffigurare il soggetto: non l’eroe durante le lotte destinate a essere coronate dal successo, bensì l’uomo colto da stanchezza fisica e morale una volta terminata l’impresa. Lo studio della muscolatura possente sembra passare dunque in secondo piano rispetto all’espressione del momento psicologico, così intenso e umano.

CONFRONTI E INFLUENZE

Per scoprire che cosa Ercole tenga nella mano destra, l’osservatore è obbligato ad abbandonare la visione frontale e a “girare” attorno all’opera: i pomi sono infatti l’attributo che consente di comprendere la stanchezza di Eracle, che li ha recuperati dopo aver sostenuto la volta celeste al posto di Atlante, nella sua undicesima fatica. Questa scelta di Lisippo apre la via ai successivi sviluppi dell’arte ellenistica che, soprattutto per i gruppi scultorei, prevede una molteplicità di punti di vista e quindi una maggiore complessità nella concezione dell’opera.

GUIDA ALLO STUDIO
La scultura del tardo periodo classico
  • Crisi di Atene e della Grecia
  • Nuovo gusto estetico attento all’espressività
  • Uso del marmo e del bronzo
Prassitele
  • Figure di giovani e corpi femminili
  • Umanizzazione delle divinità rappresentate
Skopas
  • Soggetti legati a miti locali
  • Rappresentazione dei sentimenti e delle passioni
Leochares
  • Divinità come soggetti (Apollo)
  • Partecipa ai lavori del Mausoleo di Alicarnasso
Lisippo
  • Attenzione alla psicologia del soggetto
  • Rappresentazione realistica dei volti
  • Nascita della ritrattistica dei filosofi

Contesti d’arte - volume 1
Contesti d’arte - volume 1
Dalla Preistoria al Gotico