ANALISI D'OPERA - Lisippo, Apoxyómenos

Analisi D'opera

Lisippo

Apoxyómenos

  • 320 a.C. ca.
  • marmo, h 200 cm. Copia romana da originale in bronzo
  • Città del Vaticano, Musei Vaticani, Museo Pio-Clementino

Qualcosa di analogo a quanto abbiamo visto nell’interpretazione prassitelica della figura femminile ( p. 141) avviene in questo periodo anche nel nudo atletico virile, la tipologia figurativa simbolo per eccellenza dell’arte del periodo classico.

Descrizione

L’Apoxyómenos, letteralmente “colui che si deterge”, raffigura un atleta intento a rimuovere dal proprio corpo l’olio del quale si era cosparso prima di affrontare un incontro di lotta (con un utensile chiamato strìgile, che la figura impugnava in origine con la mano sinistra). Lisippo sceglie di rappresentare un momento apparentemente privo d’importanza, quello del riposo successivo alle fatiche agonistiche, con l’intento, del tutto simile a quello visto nell’Afrodite Cnidia, di ricercare il bello nei gesti contingenti e reali di un momento di quotidianità. Coerentemente con quest’approccio, viene meno ogni idealizzazione nella rappresentazione della figura. I particolari del volto sono tesi a dare il massimo dell’espressione: concentrati in un triangolo, occhi, naso e bocca appaiono piccoli e ravvicinati. Le grosse ciocche di capelli sono un po’ scomposte, la fronte è lievemente corrugata, con forti arcate sopraccigliari, a lasciare intravedere lo sforzo al quale l’atleta si è appena sottoposto.

Forma, funzioni e idee

Le maggiori differenze riscontrabili tra l’Apoxyómenos e il suo diretto omologo policleteo, il Doriforo ( p. 126), si riscontrano nel nuovo interesse riservato alla restituzione degli stati d’animo, nella mutazione dei rapporti proporzionali e nella resa della posa. Dimenticata l’eroica imperturbabilità dell’eroe classico, Lisippo raffigura il suo atleta con chiari segni di stanchezza. Rispetto alle regole proporzionali fissate da Policleto la figura di Lisippo è più esile e slanciata, il suo corpo più flessuoso, mentre l’equilibrio della posa viene rotto dal protendersi in avanti del busto e delle braccia al quale fa da contraltare una più decisa divaricazione delle gambe.

CONFRONTI E INFLUENZE

Nel suo Eros, Lisippo si spinge ancora più oltre nella narrazione dei gesti quotidiani, nell’espressione degli stati d’animo e nella resa del movimento. Lo sforzo necessario a tendere l’arco coinvolge ogni parte della figura: il torso s’inarca di lato mentre tutti gli arti si protendono nello spazio. Dalla sensazione di salda compattezza e di forza controllata del primo periodo classico si procede verso una composizione centrifuga le cui linee di forza spingono in ogni direzione nello spazio.
Proprio questa nuova ricerca del movimento, nella quale iniziano a cimentarsi gli artisti del tardo periodo classico, costituirà uno dei filoni di ricerca stilistica tra i più importanti nel successivo periodo ellenistico, come testimonia l’apparizione sempre più frequente di soggetti di danza, di lotta, e in generale di tutte quelle tipologie figurative che implichino la resa del movimento attraverso pose complesse.

Contesti d’arte - volume 1
Contesti d’arte - volume 1
Dalla Preistoria al Gotico