L'emozione della lettura - Le origini della letteratura

LA POESIA SICULO-TOSCANA LA BATTAGLIA DI MONTAPERTI DA GUITTONE A DANTE Giovanni di Ventura, La battaglia di Montaperti, XIII sec. I protagonisti della battaglia in due canti dell Inferno Nella Divina Commedia si fa riferimento, per ben due volte, alla battaglia di Montaperti. La prima in Inferno, X, 85-93, dove Dante incontra, tra gli eretici ed epicurei (collocati in sepolcri arroventati), Farinata degli Uberti, il capo dei ghibellini. Farinata gli chiede perché i guelfi fiorentini si siano tanto accaniti contro i suoi discendenti (ovviamente ghibellini come lui), ormai da tempo banditi dalla città. La risposta di Dante è netta: «Lo strazio e l grande scempio / che fece l Arbia colorata in rosso, / tal orazion fa far nel nostro tempio (vv. 85-87: La strage e l orribile massacro che colorò le acque del fiume Arbia [presso cui sorgeva il castello di Montaperti] con il rosso del sangue ci spinge ad assumere tali decisioni [ostili nei confronti degli Uberti quali massimi rappresentanti dei ghibellini] nelle nostre assemblee cittadine). Il secondo riferimento è in Inferno, XXXII, 76-111, dove il poeta trova, fra i traditori della patria (conficcati nel ghiaccio fino alla testa), Bocca degli Abati, il traditore dei fiorentini, responsabile della loro sconfitta. La reazione di Dante è veemente; appena sentito nominare Montaperti (v. 81), il solo sospetto di essersi imbattuto nel famigerato traditore (poi identificato con certezza, al v. 106, dalle parole di un altro dannato) porta il poeta a gesti di notevole durezza, in uno degli episodi più aspri del suo viaggio: egli afferra Bocca per i capelli e lo scuote con forza per fargli rivelare la sua identità. Una volta appreso il suo nome, Dante si vendicherà, quando sarà tornato nel mondo dei vivi, riferendo la condizione di dannazione eterna del «malvagio traditor (v. 110). Le tragiche conseguenze della battaglia Insomma, l episodio di Montaperti è presente all animo e alla fantasia di Dante con intensità drammatica: sempre in riferimento a questo episodio vanno spiegati anche l ostilità e il risentimento tutti municipali di Dante contro i senesi in altri passi del poema (Inferno, XIII, 115 ss.; XXIX, 109 ss.; Purgatorio, XIII, 151 ss.). Tali accenni a Montaperti non presuppongono necessariamente una conoscenza diretta del luogo. Senza ricorrere a esperienze personali, ciò che Montaperti significò per Firenze e significava per Dante basta a render ragione della tragica immagine che troviamo nel decimo canto dell'Inferno e dell accanimento passionale che affiora nel trentaduesimo. La disfatta in quella battaglia per lui era l emblematico risultato della tragica catena di odi, violenze e ingiustizie della lotta politica; rappresentava non solo la punizione della guelfa rabbia fiorentina , ma il crollo del popolo a giudizio del poeta più importante d Italia, protagonista di un età guardata con nostalgia; simboleggiava inoltre il fallimento del disegno di unificazione regionale perseguito da Firenze; era infine una sconfitta subita dagli italiani di fronte ai tedeschi di Manfredi. Così le parole dedicate da Dante a Montaperti trovano la loro interpretazione più precisa, anche se in un contesto meno complesso, proprio nella canzone di Guittone. 113

L'emozione della lettura - Le origini della letteratura
L'emozione della lettura - Le origini della letteratura