L’emozione della lettura - volume C

Virgilio | UNIT 1 | ENEIDE Enea, consapevole di essere giunto al termine del suo peregrinare, invia subito un ambasciata al re del luogo, Latino, che lo accoglie benevolmente e gli offre in moglie sua figlia Lavinia, memore di un oracolo che aveva previsto le nozze della figlia con un principe straniero e la nascita di una stirpe gloriosa. Ma Giunone, contrariata nel vedere la prosperità dei Troiani, richiama la furia Alletto (f T8, p. 340) affinché porti discordia prima nell animo di Amata, moglie di Latino, e poi in quello di Turno, re dei Rutuli, al quale Lavinia era stata promessa. Il primo pretesto utile scatena la guerra: solo il re Latino si mostra contrario al conflitto; è Giunone a prendere le sue veci e spalancare le porte del tempio di Giano, gesto che a Roma indicava l inizio ufficiale di una guerra (libro VII). Enea necessita di un esercito: in sogno gli appare il dio Tiberino che gli suggerisce di allearsi con Evandro, principe di una cittadina del Palatino. Questi, proveniente da una regione greca dell Arcadia, mostra all eroe il Palatino, il Campidoglio e altri luoghi destinati a una grande storia; gli offre dunque un contingente di truppe guidate dal figlio Pallante. Gli suggerisce inoltre di cercare altri alleati anche tra gli Etruschi, nemici del feroce tiranno Mesenzio, alleato di Turno. Nel frattempo il dio Vulcano, su richiesta di Venere, forgia uno scudo per Enea, sul quale raffigura le scene della futura storia di Roma (libro VIII). Informato dell assenza di Enea, Turno decide di attaccare il campo troiano. Vista la difficile situazione, due valorosi amici troiani, Eurialo e Niso, si avventurano in una pericolosa sortita notturna per raggiungere Enea e informarlo del pericolo; penetrando di nascosto tra le linee nemiche, fanno strage dei nemici addormentati, ma vengono sorpresi e uccisi (f T9, p. 345; libro IX). Intanto Enea, a capo dei contingenti arcadi ed etruschi, fa ritorno e i combattimenti riprendono ancor più sanguinosi sulle rive del Tevere. Particolarmente commoventi sono le morti di Pallante, ucciso da Turno, e di Lauso, figlio di Mesenzio, colpito da Enea, che sconfigge anche il padre (libro X). Viene concordata una tregua per seppellire i caduti (libro XI). Nel corso di un consiglio del regno, sono rivolte critiche a Turno, che annuncia l aiuto di un nuovo alleato, il popolo dei Volsci. A guidarlo è la giovane e valorosa Camilla, che dimostra il suo coraggio, ma viene precocemente uccisa mentre insegue un nemico per impossessarsi delle sue armi. L evento determina il ritiro dei Volsci e l avanzata dei Troiani (libro XI). Turno, allora, temendo per il suo esercito, sfida a duello Enea (libro XII). Questi sigla con Latino le condizioni di pace che dovranno seguire lo scontro: se vincerà Turno, i Troiani si ritireranno nella città di Evandro; in caso contrario, Troiani e Latini fonderanno un unico, nuovo popolo. Giunone interviene suscitando Giuturna, la ninfa sorella di Turno, affinché trovi un modo per violare il patto: questa ci riesce, con uno stratagemma, e lo scontro riprende furiosamente. Enea viene ferito ma, grazie a un miracoloso medicamento portatogli da Venere, può tornare presto sul campo di battaglia e scontrarsi con Turno (f T10, p. 354). Giove e Giunone assistono allo scontro e stringono un patto solenne: la dea abbandona Turno al suo destino, a condizione che il nuovo popolo che nascerà dall unione di Troiani e Latini porti usanze, lingua e nome di questi ultimi. Enea ferisce con la lancia il suo avversario e lo finisce con furore, vendicando Pallante. La guerra è terminata. I Troiani si possono stabilire nel Lazio (libro XII). 284 Il divampare della guerra Ferdinand Bol, Enea alla corte di Latino, 1661. Il duello tra Enea e Turno

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Epica