L’emozione della lettura - volume C

Omero | UNIT 1 | ILIADE @a na x n lx $jwx n 6x a n n a x n x xa ln a n lx Ma j a n a la $ x j tv x lx Cn n vx vn al $jwx n xi [Y999 25 30 35 Disse così; e una nube di strazio, nera, l avvolse: con tutte e due le mani prendendo la cenere arsa se la versò sulla testa, insudiciò il volto bello; la cenere nera sporcò la tunica nettarea; e poi nella polvere, grande, per gran tratto disteso, giacque, e sfigurava con le mani i capelli, strappandoli. Le schiave, che Achille e Patroclo s erano conquistati, straziate in cuore, ulularono, corsero fuori intorno ad Achille cuore ardente; e con le mani tutte battevano il petto; a tutte, sotto, le gambe si sciolsero. Antiloco gemeva dall altra parte, versando lacrime, tenendo le mani d Achille che singhiozzava nel petto glorioso: aveva paura che si tagliasse la gola col ferro. Gridava terribilmente. Sentì la madre augusta, seduta negli abissi del mare, accanto al vecchio padre, e gemette ella pure, le dee le si fecero intorno, tutte, quant erano le Nereidi nell abisso del mare. Omero, Iliade, libro XVI, vv. 783-867; libro XVII, vv. 424-455; libro XVIII, vv. 22-38, trad. di R. Calzecchi Onesti, Einaudi, Torino 2005 22. Disse così: il soggetto è Antiloco, che ha appena comunicato ad Achille la morte di Patroclo. strazio: dolore, angoscia. 24. sulla testa: gli antichi si cospargevano il capo di cenere in segno di lutto. 25. nettarea: divina. Il nettare, o ambrosia, era il cibo degli dèi. 29. ulularono: emisero lamenti acuti. 31. le gambe si sciolsero: venne meno la coscienza. Si tratta di un espressione formu- lare che indica lo svenimento. 35. la madre augusta: la madre divina, Teti. 36. vecchio padre: Nereo, di cui Teti e le altre ninfe marine, le Nereidi, erano figlie. a TU per TU con il testo Sul campo di battaglia dell Iliade può capitare che un dio colpisca un eroe alle spalle, gli faccia cadere l elmo a terra e determini la sua rovina. quello che succede a Patroclo, il più generoso tra i combattenti greci, sul quale però grava un immutabile destino di morte. Nel mondo omerico l agire umano, pur valoroso, non è mai del tutto libero da altre forze e gli dèi sono talora più rancorosi degli uomini. Così, la vita può venire meno all improvviso per una congiura della sorte e la morte di una persona cara può essere pianta anche dai cavalli solidali con gli esseri umani nel dolore. La disperazione estrema di uomini, donne, animali al cospetto di una morte ingiusta come quella di Patroclo indica così l attaccamento alla vita di una civiltà, come quella greca, che ha saputo cantare in modo epico e sublime la bella morte occorsa prima del tempo e in modo glorioso sul campo di battaglia. Questa grande passionalità ci colpisce e ci strugge ancora oggi, insegnandoci il valore del pianto e l impossibilità dell indifferenza al destino degli eroi e delle persone comuni. 148 Gruppo scultoreo con Menelao che sorregge il corpo di Patroclo, 69-96 d.C.

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Epica