Alla luce di fenomeni come la nascita del mercato economico globale, lo sviluppo di una rete mondiale di comunicazioni, l’incremento degli spostamenti individuali tra regioni e continenti, è aumentata la probabilità che individui, popoli, culture, idee, mode e valori originatisi in Paesi lontani tra loro, che in passato non avrebbero mai potuto entrare in contatto, si trovino invece oggi fianco a fianco e si confrontino. Da una parte si tratta di un’opportunità per gli uomini e le donne contemporanei, che hanno a disposizione una quantità di stimoli, suggestioni e idee impensabile soltanto qualche decennio fa. Dall’altra, una tale abbondanza può disorientare il singolo individuo, che si trova ogni giorno di fronte a modelli, stili di vita, tradizioni e valori diversi, e in qualche caso contrari, rispetto a quelli che caratterizzano la società in cui è nato o vissuto.
La caduta delle frontiere culturali tra popoli e Paesi ha posto un grande interrogativo: le varie società e culture esistenti nel mondo contemporaneo hanno abbastanza punti in comune da potersi confrontare e arrivare, magari con qualche difficoltà, a convivere pacificamente fianco a fianco? Oppure le differenze di prospettiva, di valori e di visioni del mondo sono così tante e così profonde da spingere culture, società e modelli di vita a scontrarsi per sempre, fino ad annientarsi reciprocamente? Individui, partiti politici e movimenti culturali e di opinione di tutto il mondo si sono divisi sulla risposta da dare a questa domanda.