La condizione della donna
Nonostante le donne costituiscano la maggioranza della popolazione in vari Paesi (in quanto, come già accennato, vivono in media più a lungo degli uomini), in molte società e culture vivono in una condizione di subordinazione rispetto all’uomo, e sono vittima di forme di violenza e discriminazione “di genere”, cioè a causa del loro sesso.
Diverse popolazioni in varie parti del mondo adottano ancora forme di organizzazione sociale di tipo patriarcale, cioè in cui l’autorità, sia all’interno della famiglia sia nella vita comunitaria, è esercitata degli uomini più anziani, mentre le donne sono relegate a ruoli di secondo piano, e si dedicano alla cura della casa e dei figli oppure all’esercizio di lavori di scarsa responsabilità e poco specializzati.
In alcuni casi la condizione di inferiorità sociale della donna è sancita dalle leggi stesse dello Stato: per esempio in Iran e in Arabia Saudita alcuni reati (come l’adulterio, che è considerato un crimine dalla legge tradizionale islamica seguita in questi Paesi) sono puniti più duramente se a commetterli è stata una donna. In Arabia Saudita le donne sono considerate per tutta la vita come minorenni, e sono soggette all’autorità di un “tutore” uomo: prima il padre e poi, una volta sposate, il marito.
Ci sono poi forme di violenza che riguardano in modo precipuo la donna, come le violenze o le molestie sessuali, spesso perpetrate da membri della famiglia. In molti Paesi africani, fra cui l’Etiopia, oltre il 50% delle donne ha subito almeno una volta nella vita un episodio di violenza sessuale; ma questa piaga è purtroppo diffusa in tutto il mondo.
Un altro tipo di crimine commesso in prevalenza nei confronti delle donne è lo sfruttamento e l’impiego nel mercato della prostituzione: molte donne sono la “merce” di un vero e proprio traffico di esseri umani gestito dalle organizzazioni criminali.
La maggior parte dei casi di violenza e discriminazione nei confronti delle donne avviene nei Paesi più poveri e in via di sviluppo come quelli africani, del Sudest asiatico e dell’America Latina, ma anche nei Paesi avanzati come quelli europei, del Nord America e di una parte dell’Asia, le donne subiscono ancora varie forme di discriminazione. In Europa, per esempio, si stima che le donne lavoratrici guadagnino mediamente dal 15 al 30% in meno dei loro colleghi uomini a parità di occupazione; inoltre le donne sono quasi ovunque in minoranza nelle cosiddette “posizioni di potere”, cioè le occupazioni o le cariche pubbliche di più alto livello e maggiore responsabilità. I dirigenti d’azienda, parlamentari, ministri e capi di governo uomini sono ancora in netta maggioranza in molti Paesi.