TEMA 8 Culture e diritti nel mondo globalizzato

8.1 I diritti umani e la loro tutela

Per diritti umani si intendono comunemente i diritti fondamentali e inalienabili (cioè che non possono essere revocati o sospesi) che ogni persona possiede in quanto essere umano, e quindi indipendentemente dal fatto di essere cittadino di un particolare Stato o da attributi come il sesso, la razza, la religione, le opinioni politiche, l’orientamento sessuale.

I diritti umani in genere vengono divisi in due categorie: diritti civili e politici da una parte, diritti economici, sociali e culturali dall’altra. Nella prima categoria rientrano il diritto alla vita, alla libertà e alla sicurezza, il diritto a non essere sottoposti a schiavitù e tortura, il diritto di avere un trattamento equo di fronte alla legge e subire un giusto processo, il diritto di esprimere liberamente il proprio pensiero e la propria opinione, il diritto di professare liberamente la propria religione (libertà di culto). Nella seconda categoria rientrano invece il diritto al lavoro e alla sua giusta retribuzione, il diritto di possedere un tenore di vita sufficiente a garantire la salute e il benessere propri e della propria famiglia, il diritto all’istruzione.

I diritti umani sono caratterizzati dall’universalità (sono cioè applicabili ovunque e in qualunque occasione) e dall’uguaglianza (sono gli stessi per tutti).

Il lungo cammino verso l’uguaglianza 

Il concetto di diritti umani universali è maturato lentamente nel corso dei secoli, attraverso complicate vicende storiche e dibattiti nei campi di studio della politica, della filosofia e della religione. Spesso, oggi come nel passato, la concezione della morale e dei diritti individuali varia a seconda delle società e delle culture; inoltre è soggetta a cambiamenti nel tempo. Per esempio la schiavitù, praticata in varie forme e in molte società dall’antichità fino all’inizio dell’età contemporanea, ora è condannata formalmente da tutti i Paesi del mondo.

Alcuni princìpi fondanti della concezione dei diritti umani erano già presenti in molte religioni, come il valore della vita, l’importanza della solidarietà individuale e un certo spirito di uguaglianza; in ogni caso, il rapporto tra diritti umani e religioni è molto complesso ( DOSSIER, p. 269).

Il concetto di diritti umani come lo intendiamo oggi prese forma in Europa e in Nord America nel corso del XVII e del XVIII secolo, nell’ambito del movimento culturale dell’Illuminismo; uno dei primi tentativi di applicazione di questo concetto si ebbe in Francia durante la Rivoluzione francese, nel 1789, quando fu emanata la Dichiarazione dei diritti dell’uomo e del cittadino. Oggi i diritti umani sono riconosciuti, almeno nominalmente, dalla maggior parte dei Paesi e delle istituzioni del mondo, anche se non mancano controversie e disaccordi sulla loro interpretazione.

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Diritti umani e diritto internazionale 

Nel 1948 l’Onu ha promulgato la Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo ( focus), uno dei primi tentativi di far riconoscere i diritti umani a livello internazionale. La Dichiarazione consiste in un preambolo e in 30 articoli che stabiliscono i diritti fondamentali di ciascun essere umano. Benché non fosse vincolante, la Dichiarazione ha posto le basi per l’inclusione dei diritti umani nelle norme del diritto internazionale.

Nel 1966 sono state firmate, sempre in seno all’Onu, la Convenzione internazionale sui diritti civili e politici e la Convenzione internazionale sui diritti economici, sociali e culturali, che riprendono e approfondiscono i temi della Dichiarazione del 1948 e sono diventate ufficialmente parte del diritto internazionale nel 1976, essendo state ratificate da un numero di Paesi sufficiente a farle adottare a livello internazionale. Da allora l’Onu ha il potere di condannare le violazioni dei diritti umani che avvengono nei vari Paesi del mondo e, nei casi più gravi, di intervenire con strumenti come le sanzioni internazionali e l’invio di osservatori, oppure di contingenti militari, secondo il principio della cosiddetta ingerenza umanitaria.

FOCUS

dichiarazione universale dei diritti dell’uomo
Dal Preambolo della Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo del 1948:
«Considerato che il riconoscimento della dignità inerente a tutti i membri della famiglia umana e dei loro diritti, uguali ed inalienabili, costituisce il fondamento della libertà, della giustizia e della pace nel mondo; Considerato che il disconoscimento e il disprezzo dei diritti umani hanno portato ad atti di barbarie che offendono la coscienza dell’umanità, e che l’avvento di un mondo in cui gli esseri umani godano della libertà di parola e di credo e della libertà dal timore e dal bisogno è stato proclamato come la più alta aspirazione dell’uomo; […] Considerato che i popoli delle Nazioni Unite hanno riaffermato nello Statuto la loro fede nei diritti fondamentali dell’uomo, nella dignità e nel valore della persona umana, nell’uguaglianza dei diritti dell’uomo e della donna, ed hanno deciso di promuovere il progresso sociale e un miglior tenore di vita in una maggiore libertà [...]
L’ASSEMBLEA GENERALE proclama la presente Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo come ideale comune da raggiungersi da tutti i popoli e da tutte le Nazioni, al fine che ogni individuo ed ogni organo della società, avendo costantemente presente questa Dichiarazione, si sforzi di promuovere, con l’insegnamento e l’educazione, il rispetto di questi diritti e di queste libertà e di garantirne, mediante misure progressive di carattere nazionale e internazionale, l’universale ed effettivo riconoscimento e rispetto tanto fra i popoli degli stessi Stati membri, quanto fra quelli dei territori sottoposti alla loro giurisdizione».

Eleanor Roosevelt, che contribuì alla Dichiarazione del 1948.

GUIDA ALLO STUDIO

  • Che cosa significa che i diritti umani sono inalienabili e universali?
  • Qual è stato il primo documento ad affermare il valore dei diritti umani a livello internazionale?
  • Quali sono i poteri dell’Onu in caso di violazione dei diritti umani?

Il nuovo Storia&Geo - volume 2
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Da Roma imperiale all’anno Mille