Verso le competenze

I SAPERI FONDAMENTALI

L’AMBIENTE E LE RISORSE

Un’economia chiusa: il sistema curtense

Durante l’alto Medioevo gli ambienti caratteristici del pae­saggio europeo furono il saltus e la curtis. ll primo era costituito da terreni incolti, coperti di pascoli e di boschi. La curtis, o villa curtense, era invece la struttura in cui si svolgevano le attività agricole. Era divisa nella pars dominica, di proprietà del signore, e nella pars massaricia, riservata ai suoi contadini, che dovevano fornire prestazioni di lavoro gratuite, chiamate corvées. Il sistema curtense era parte di un’economia sostanzialmente chiusa.

IL RACCONTO DELLA STORIA

L’Europa dei Franchi

Clodoveo, appartenente alla dinastia dei Merovingi, unificò ed estese il regno romano-germanico dei Franchi. Dopo la sua morte il regno si divise in vari ducati e Stati indipendenti a causa dei contrasti tra i membri dell’aristocrazia, che indebolirono l’autorità dei sovrani merovingi. L’autorità politica passò gradualmente nelle mani dei maestri di palazzo, nobili che esercitavano di fatto le funzioni di governo al posto dei sovrani.
Il maestro di palazzo Pipino di Héristal ampliò i confini del regno, mentre il suo successore, Carlo Martello, fermò le scorrerie degli Avari a est e degli Arabi a sud, grazie alla riorganizzazione dell’esercito, che da allora basò la propria forza sulla cavalleria.
Alla morte di Carlo Martello il trono passò ai figli Carlomanno, che consolidò i legami dei sovrani franchi con le gerarchie ecclesiastiche, e Pipino il Breve, che nel 751 divenne unico re dei Franchi e pose fine alla dinastia merovingia.
Papa Stefano II si alleò con i Franchi per contrastare la minaccia dei Longobardi: nel 754 e nel 756 Pipino il Breve strappò ai Longobardi i territori dell’Italia centrale e li donò al papato; questi possedimenti, insieme al Patrimonio di San Pietro, formarono il primo nucleo dello Stato della Chiesa, sul quale i papi avrebbero esercitato il loro potere temporale.

La società franca: cavalieri e vassalli

La forza della cavalleria carolingia era connessa a un’articolata rete di relazioni che legava tra loro i membri dell’aristocrazia e che prende il nome di sistema vassallatico: in cambio della concessione di un beneficio, cioè del possesso temporaneo di appezzamenti di terra, i vassalli prestavano un giuramento di fedeltà, chiamato omaggio, al loro sovrano.

Le conquiste di Carlo Magno e il suo nuovo impero

Alla fine dell’VIII secolo, il potere passò nelle mani di Carlo, figlio di Pipino il Breve, detto Magno per le sue imprese. Carlo Magno conquistò un vasto impero che si estendeva dall’Europa centrale ai Pirenei, e che comprendeva anche i territori dell’Italia centrosettentrionale. Con l’incoronazione ricevuta dal papa nel giorno di Natale dell’anno 800, il sovrano carolingio poté fregiarsi del titolo imperiale, realizzando l’ideale della restaurazione dell’impero romano.
Nei suoi vastissimi territori, affidati dal punto di vista amministrativo a conti, marchesi e duchi e tenuti sotto controllo dai missi dominici, Carlo Magno introdusse una riforma monetaria che prevedeva il denaro d’argento come unica moneta valida.

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La rinascita culturale carolingia

Carlo Magno, consapevole dell’importanza della diffusione della cultura, incoraggiò l’apertura di nuove scuole e favorì l’alfabetizzazione della popolazione. Inoltre promosse l’evangelizzazione dei pagani.

La frammentazione dell’impero di Carlo Magno

Dopo la morte di Carlo Magno, nell’impero carolingio ripresero vigore le tendenze autonomistiche della nobiltà. Le lotte tra gli eredi di Carlo cessarono con la pace di Verdun (843) che stabilì la divisione dell’impero in tre aree indipendenti, controllate rispettivamente da Lotario, Carlo il Calvo e Ludovico il Germanico.

La nascita del feudalesimo

Il capitolare di Quierzy, emanato nell’877, sancì l’ereditarietà dei feudi maggiori determinando l’affermazione del sistema feudale. La Constitutio de feudis del 1037 avrebbe poi esteso l’ereditarietà anche ai feudi minori.
L’ampliamento dell’influenza economica e politica dei feudatari, che ottennero anche diritti di immunità grazie ai quali i loro territori non erano più sottoposti ai controlli dei funzionari statali, rappresentò la premessa per la fine dell’impero, che avvenne con la deposizione di Carlo il Grosso (887) da parte dell’aristocrazia.

Normanni, Saraceni e Ungari

Tra il IX e il X secolo l’Europa fu colpita da nuove invasioni da parte dei Normanni, dei Saraceni e degli Ungari, che diedero impulso al fenomeno dell’incastellamento.

L’impero degli Ottoni e la Chiesa

Nel X secolo, in Germania, si affermò la dinastia sassone, che sotto l’impero di Ottone I impose il controllo imperiale sul papato. Intanto, il monachesimo cluniacense provò a rispondere alla corruzione dilagante nella Chiesa riaffermando la divisione tra potere temporale e potere spirituale. All’inizio del basso Medievo, dopo l’anno Mille, Chiesa e impero tornarono però a contendersi la supremazia nel continente.

Il nuovo Storia&Geo - volume 2
Il nuovo Storia&Geo - volume 2
Da Roma imperiale all’anno Mille