8.2 COSTANTINOPOLI TRA CRISI ED ETÀ DELL’ORO

Laboratorio DELLE FONTI 

LE IMMAGINI

Gli splendori di Costantinopoli

Durante l’alto Medioevo Costantinopoli raggiunse un milione di abitanti e si arricchì di fastose architetture. L’ippodromo, fatto costruire a suo tempo dall’imperatore Costantino, era ancora uno dei luoghi più importanti della vita politica cittadina, mentre tra le molte chiese edificate nell’epoca tardoantica spiccava in particolare la basilica di Santa Sofia. Inaugurata nel 537, con la sua cupola centrale alta 55 metri, per quasi mille anni Santa Sofia è stata la chiesa più grande dell’intera cristianità.
L’impero romano d’Oriente ebbe fine soltanto nel 1453, quando Costantinopoli fu conquistata dai Turchi; la città divenne la capitale dell’impero ottomano e il suo nome fu cambiato in Istanbul. Santa Sofia fu trasformata in una moschea, e i ricchi mosaici che ne ornavano gli interni, raffiguranti santi e imperatori, furono coperti (ma non distrutti).
Rimasta per secoli uno dei più importanti luoghi di culto del mondo islamico, Santa Sofia subì una nuova mutazione nel 1935, quando Mustafa Kemal Atatürk, fondatore della Repubblica Turca e suo primo presidente, ne ordinò la trasformazione in un museo sulla storia e la cultura del Paese. I mosaici cristiani furono riportati alla luce, e oggi la basilica è un monumento a entrambe le religioni.

L’obelisco di Teodosio, Santa Sofia e la cisterna basilica

VI-XVI secolo. 

Istanbul (immagini 1-3).



UNA METROPOLI EREDE DELL’ANTICA ROMA 

Ecco come un illustre storico contemporaneo descrive l’aspetto e le architetture di Bisanzio durante l’alto Medioevo:
«Palazzi, baracche e appartamenti borghesi erano tutti a stretto contatto con loro. Le case dei ricchi erano costruite secondo l’antica maniera romana: alte due piani, con un aspetto esterno anonimo e nell’interno davano su un cortile, spesso coperto, e generalmente dotato di una fontana e di qualunque esotico ornamento la fantasia potesse suggerire. Le case più povere erano costruite con balconi o finestre che davano sulla via, dai quali le donne più indolenti potevano guardare la vita giornaliera dei loro vicini. Ciascun quartiere possedeva i propri uffici sanitari, che sorvegliavano la salute pubblica. Accanto, e in contrasto con le strette viuzze, si aprivano ampi giardini pubblici, mantenuti a spese della città. Il palazzo imperiale e gli ampi terreni da esso dipendenti occupavano l’angolo sud-occidentale della città e i suoi edifici si estendevano per quasi un miglio. Accanto alla corte c’era la residenza del patriarca con tutti gli uffici annessi; e altri palazzi imperiali erano sparsi in altre parti della città. Quasi a ogni angolo potevate trovare una chiesa: ne esistevano di grandissime come quella di Santa Sofia, dei Santi Apostoli e la nuova basilica di Basilio I, e un centinaio di templi minori. A molti di essi erano uniti dei monasteri, circondati da alte e austere mura, e ospedali, orfanotrofi e ostelli. C’erano edifici universitari, biblioteche, acquedotti, cisterne, bagni pubblici e soprattutto c’era il grande ippodromo. Le strade principali, e ancor di più i fori e il grande ippodromo, costituivano anche dei veri e propri “musei all’aperto”, perché vi erano esposti i pezzi più rari della scultura antica»
(S. Runciman, La civiltà bizantina, Sansoni, Firenze 1960).

  • Secondo te, perché gli imperatori affrontavano grandi spese per spostare gli obelischi in varie zone dell’impero?
  • La basilica di Santa Sofia ha un aspetto fortemente arabo. Prova a descriverne gli elementi.

Il nuovo Storia&Geo - volume 2
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Da Roma imperiale all’anno Mille