Le riforme di Eraclio
Per fronteggiare questa situazione, l’imperatore Eraclio (610-641) promosse una radicale riforma amministrativa e della proprietà terriera, attraverso la quale intendeva risolvere contemporaneamente gli squilibri provocati dalla pressione fiscale e le conseguenze negative dell’estensione dei latifondi. Per prima cosa, Eraclio favorì la ricostituzione dei patrimoni terrieri dei piccoli proprietari agricoli e liberò i villaggi contadini dall’influenza dell’aristocrazia terriera. Per evitare una nuova espansione dei latifondi, la vendita di questi terreni fu impedita.
I territori appartenenti all’autorità imperiale o ai grandi latifondisti furono inoltre suddivisi in distretti militari chiamati temi (letteralmente “corpi d’armata”, ma in seguito il termine fu utilizzato, più in generale, per indicare le province). Ogni distretto era assegnato a una guarnigione di soldati che vi risiedeva stabilmente ed era posto sotto il controllo di un comandante dell’esercito, un generale con il titolo di stratego. Allo stratego erano attribuite anche le funzioni di autorità civile, e la sua figura era quindi analoga a quella di un governatore.
La riforma tematica, come viene chiamata dal nome dei nuovi distretti la riorganizzazione voluta da Eraclio, comportò notevoli vantaggi:
- ridusse sensibilmente le spese per il mantenimento dell’esercito, perché grazie alle terre che erano state loro assegnate i soldati potevano mantenersi autonomamente, in modo non dissimile da quanto avveniva a Roma durante l’età repubblicana;
- diede stabilità all’impero, rafforzando la lealtà dei soldati, che venivano gratificati con l’assegnazione di nuove terre;
- rafforzò la difesa militare dell’impero che, oltre a non gravare più interamente sulle casse dello Stato, diveniva più efficiente perché ogni contadino-soldato aveva interesse a difendere con le armi le terre in cui risiedeva;
- contribuì a risollevare le finanze statali grazie alla ripresa delle entrate fiscali provenienti dalle piccole proprietà terriere.
In un primo tempo la riforma di Eraclio interessò solo la penisola Anatolica, ma in seguito fu estesa a vaste aree rimaste incolte a causa della crisi economica. Ciò favorì l’espansione dei coltivi, l’aumento della produzione agricola e una generale ripresa economica. Inoltre, la creazione di piccoli eserciti locali che rispondevano soltanto all’autorità dell’imperatore contribuì a ridurre notevolmente il potere e l’influenza dei grandi aristocratici, rafforzando al contempo il potere centrale.