Gli straordinari progressi avvenuti in campo tecnologico negli ultimi decenni hanno interessato anche il settore delle armi e dei mezzi militari. Anzi, alcune delle tecnologie più rivoluzionarie attualmente in uso in origine erano state progettate e sviluppate per usi militari: è il caso dei satelliti della rete Gps (Global Positioning System, Sistema di Posizionamento Globale), che permettono il funzionamento dei navigatori satellitari, e di Internet. Aerei senza pilota telecomandati da migliaia di chilometri di distanza o manovrati direttamente dal computer (i cosiddetti droni), bombe e missili guidati che colpiscono i bersagli con un margine di errore di pochi centimetri (e che dovrebbero ridurre il rischio di vittime civili), sensori in grado di individuare mezzi e uomini nel buio più totale o all’interno di edifici rappresentano solo una parte dei sofisticati sistemi attualmente in uso sui campi di battaglia di tutto il mondo.
Eppure, nella maggior parte delle guerre e dei conflitti in corso, si usano ancora molto spesso armi tutt’altro che tecnologiche, come pistole e fucili progettati più di un secolo fa, o addirittura armi primitive come mazze e coltelli (per esempio i machete, grossi coltelli usati nell’Africa subsahariana).