L’urbanistica, la disciplina che studia le misure per controllare e organizzare l’ambiente urbano, è antichissima. La pianificazione dei centri urbani contemporanei è molto complessa, e deve tenere conto di numerosi fattori, dalla larghezza delle strade all’altezza degli edifici, dalla collocazione dei parchi al percorso e alle fermate dei mezzi pubblici, dalla costruzione di infrastrutture di pubblica utilità alla gestione di servizi come l’illuminazione stradale e la raccolta dei rifiuti; tutto questo per rendere più razionali i “meccanismi” della città e migliorare la qualità della vita degli abitanti. L’intento è quello di creare città “a misura d’uomo”, in cui è la città a essere al servizio del cittadino e non il contrario.
L’urbanistica contemporanea è giunta poi alla conclusione che il modello di crescita senza freni dei centri urbani, prevalente fino ad anni recenti, non è più praticabile in quanto provoca gravi danni all’ambiente e comporta un consumo indiscriminato di risorse. Il nuovo modello è quello della sostenibilità applicata allo sviluppo delle città, con misure volte a limitare gli sprechi in ogni campo: per esempio la promozione delle energie rinnovabili, oppure il potenziamento dei mezzi pubblici che dovrebbe limitare l’inquinamento. Purtroppo questo nuovo modello si è finora imposto soltanto in alcuni Paesi avanzati, mentre i Paesi emergenti come Cina e India, proprio dove l’espansione urbana è attualmente più intensa, nella maggior parte dei casi stanno abbracciando ancora il modello della crescita continua e indiscriminata.